Festival Venezia, negato il visto a Thusitha Laknath protagonista del film “Between two words”

Vimukthi Jayasundara, regista del film "Between two words"

Niente passerella veneziana per  Thusitha Laknathal, il protagonista di Between two worlds di Vimukthi Jayasundara, il primo film cingalese entrato in concorso alla Mostra di Venezia.

L’ambasciata italiana in Sri Lanka, secondo quanto affermato dal produttore della pellicola Philippe Avril «non gli ha concesso il visto. Siccome è giovane, secondo loro c’era la possibilità che non tornasse indietro».

Una decisione, quella dell’ambasciata, che farà certamente discutere. Jayasundara, intanto, si è detto molto dispiaciuto per l’accaduto, ed ha affermato che «tutti dovrebbero sapere quello che è successo. Io la considero una decisione iniqua da parte dei responsabili dell’immigrazione».

Avril ha detto che«le autorità in Sri lanka sono molto attente alle quote di immigrazione in Italia, perchè sono molti i cingalesi in questo Paese. Abbiamo anche garantito personalmente all’ambasciatore che sarebbe tornato, mostrando i biglietti di viaggio, ma non è servito».

Il regista e il produttore hanno aggiunto«di sperare ancora che Thusitha possa arrivare magari più avanti. Sia noi che il festival abbiamo fatto il possibile, ma è difficile che le autorità possano tornare indietro dalla loro decisione».

Laknath, nel film, interpreta il ruolo di  Rajith, un giovane uomo che durante un’improvvisa rivoluzione della popolazione contro i media (con tanto di tv, computer e radio gettati dalle finestre) scoppiata nella grande città in cui vive, decide di abbandonare tutto e andare a vivere nella foresta.

Qui si trova però a confrontarsi con il potere del mito, della leggenda e, ancora una volta, con la violenza distruttrice dell’uomo.

«Non ho niente di personale contro la tv – ha detto il  regista – è però  un’invenzione sulla realtà, soddisfa tutte le nostre esigenze, ci permette di comprare tutto quello che vogliamo in un attimo, soddisfa i nostri desideri. Sono partito dall’idea, che la gente, un giorno, potrebbe ribellarsi a tutto questo e distruggere il mondo astratto in cui viviamo».

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Emiliano Condò