Non è bastata una maratona notturna di quasi 12 ore a Berlino per arrivare a una decisione sulla vendita di Opel. Come previsto il governo tedesco ha ristretto la rosa dei potenziali acquirenti alla Fiat e al gruppo Magna che entro domani dovranno presentare offerte rielaborate per sciogliere i nodi dell’amministrazione fiduciaria e dei finanziamenti ponte.
É emersa infatti una richiesta di maggiore liquidità da parte della General Motors per la propria controllata tedesca: 300 milioni in più rispetto agli 1,5 miliardi di euro che Berlino e i quattro Lander che ospitano gli impianti della Opel erano disposti a sborsare sotto forma di prestito ponte. Il totale arriva quindi a 1,8 miliardi di euro necessari per far operare la casa tedesca finché non si troverà una soluzione definitiva, ma che verrebbero a gravare sull’acquirente.
Dopo il vertice nella cancelleria tedesca, cominciato alle 17 e terminato alle 4,30 del mattino, il Lingotto e il produttore di componenti d’auto austro-canadese partono alla pari. «É stata una notte notevole, una notte che ha dimostrato che abbiamo a che fare con un tema complesso», ha commentato il superministro ministro dell’Economia Karl-Theodor Guttenberg (Csu). Guttenberg ha spiegato che ci sarà bisogno di verifiche da parte del governo, «ma soprattutto degli investitori, che devono rielaborare le loro proposte» e non ha escluso uno scenario di insolvenza per Opel.
In particolare l’esecutivo di Berlino e’ irritato per le nuove richieste della Gm: «Penso che possiamo dire chiaramente che una buona parte dei problemi questa notte siano derivati da una combinazione di fattori: i nuovi numeri della General Motors e una posizione negoziale non molto d’aiuto da parte degli americani, del Tesoro Usa», ha spiegato Roland Koch.