Sono giĆ trascorsi sette mesi e mezzo dall’avvento di Barack Obama alla Casa Bianca, ma da Cuba l’ex presidente Fidel Castro ha ripreso ad attaccarne il predecessore, George W. Bush, e il suo allora vice Dick Cheney. In compenso, il “Lider Maximo” con Obama non se l’ĆØpresa, semplicemente lo ha del tutto ignorato, come se non ci fosse.
In nuovo un articolo confezionato per “Reflexiones”, rubrica che cura regolarmente per il sito governativo on-line “CubaDebate”, Castro accusa Bush di aver Ā«usurpato il potereĀ», trascinato gli Usa verso la guerra, omesso di firmare il Protocollo di Kyoto contro i Mutamenti Climatici, promosso tortura e carceri segrete: Ā«Le notizie provenienti dagli Stati Uniti suscitano indignazione, talora persino ripugnanzaĀ», rincara la dose Fidel, che condanna poi Bush come primo colpevole dello stravolgimento globale del clima, a suo dire all’origine addirittura del disastro aereo di qualche mese fa sull’Oceano Atlantico. Ā«Il mio punto di vista circa le responsabilitĆ che ricadono su Bush l’ho esposto nel recente colloquio con il regista nord-americano Oliver StoneĀ», aggiunge il “Lider Maximo”.
Castro mette quindi nel mirino Cheney, del quale definisce “perfida” la politica di ricorso alle torture e osserva che a favore, oltre all’ex vice presidente Usa, ci sono anche Ā«un elevato numero di suoi connazionali, forse più della metĆ Ā»: ĆØ la prova, conclude, Ā«dell’abisso morale cui può condurre il capitalismo sfrenatoĀ».
