BERLUSCONI – Poco dopo è arrivata la risposta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «Abbiamo fatto questa valutazione, per noi la fiducia era indispensabile». Alla domanda se la posizione di Fini fosse dovuta al suo ruolo, il presidente del Consiglio si è portato la mano sulla bocca come per dire: non rispondo.
CONTROREPLICA – Polemica placata? Assolutamente no. Non si è fatta attendere infatti la contro-replica di Fini: «La fiducia era necessaria – fanno sapere fonti vicine alla presidenza della Camera – ma non per le ragioni addotte dal ministro Vito in aula, bensì per problemi connessi al dibattito interno alla maggioranza».
CICCHITTO – In precedenza, del resto, a differenza dell'opposizione che aveva appoggiato l'intervento di Fini, il capogruppo del Pdl aveva criticato l'atteggiamento del presidente della Camera: «Il rilievo mosso al governo può essere oggetto di discussione e di dibattito, ma noi non sentiamo di condividerlo». «Un articolo del regolamento – spiega Cicchitto – disciplina un istituto, quello della fiducia, che in quanto tale non può essere una mancanza di rispetto per il Parlamento. Noi ci assumiamo la responsabilità della scelta del governo; con la fiducia non si spossessa nessun parlamentare della propria funzione».
LEGA – Anche il leghista Roberto Cota, come aveva fatto qualche minuto prima il capogruppo del Pdl, attaccava la presa di posizione del presidente della Camera. Riferendosi all'attacco di Fini alla tassa per il permesso di soggiorno, Cota osservava: «Abbiamo assistito a polemiche, a una serie di interventi compreso il suo. Lei è intervenuto nel merito di una vicenda, lei che oggi rivendica un ruolo istituzionale super partes, in quella circostanza lei è intervenuto nel merito. Noi non rinunceremo a proporre in questo Parlamento le nostre idee che riteniamo siano giuste e sulle quali abbiamo il consenso della gente. Caro presidente della Camera, della nostra gente».
MPA – Ma l'Mpa, partito alleato del Pdl, esprimeva successivamente nell'Aula della Camera «profondo dissenso» per la posizione assunta proprio da Cicchitto e «sostegno pieno» a quella del presidente Gianfranco Fini. Lo ha detto Roberto Commercio ricordando che il suo partito aveva presentato 40 emendamenti al decreto legge anticrisi che erano stati dichiarati ammissibili, tutti relativi al sud.
PD – La decisione di porre la questione di fiducia è «una porta in faccia a tutti gli attori istituzionali» sottolineava invece il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro. Per Soro, inoltre, il governo ha blindato il decreto perchè «non vi fidate – dice – della vostra maggioranza, che si stancherà prima o poi di essere un oggetto imbelle». Tornando ai rapporti governo-Parlamento e tenendo conto anche della gravità della crisi economica, il presidente dei deputati del Pd spiega di aver immaginato la necessità di «una risposta seria, responsabile, sobria all'appello del presidente della Repubblica che è stato ipocriticamente condiviso da tutti». Risposta che appunto secondo i Democratici non è arrivata.