Un apparato di sicurezza «sfidato» mercoledì mattina da un gruppo di studenti ed esponenti dei centri sociali che hanno srotolato una grande bandiera palestinese sulla facciata di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino, mentre altri manifestanti con la kefiah agitavano fumogeni: con un’azione a sorpresa i giovani dell’università e del liceo Gioberti hanno fatto sentire la propria voce al fianco di «Free Palestine», il gruppo che ha promosso il boicottaggio della Fiera quest’anno dedicata a Israele e organizzato un corteo per sabato.
«La nostra protesta non è contro il popolo israeliano, ma a sostegno di quello palestinese» spiega un esponente dell’associazione, prima di elencare i nomi dei bambini palestinesi uccisi negli ultimi mesi, nel corso di operazioni militari messe in atto da Israele. «Gli organizzatori del boicottaggio sono accusati di antisemitismo – aggiunge Dana, una studentessa israeliana sostenitrice di «Free Palestine» – ma io che sono israeliana ed ebrea non mi sento offesa, anzi penso sia importante dare voce al dissenso nei confronti di un Paese che mette a tacere ogni critica». C’è stato un presidio anche all’aeroporto di Malpensa: qualche decina di militanti del centro sociale Vittoria di Milano hanno manifestato davanti ai banchi delle linee aeree israeliane El Al. Hanno sventolato bandiere palestinesi ed esposto lo striscione «1948-2008: 60 anni di occupazione della Palestina. Boicottiamo Israele alla Fiera del libro».
«Sarà una manifestazione assolutamente pacifica, saremo tra i 5 e i 7mila. Garantiremo noi stessi l’ordine». Luigi Casali, coordinatore piemontese delle Rappresentanze di Base e uno dei promotori dell’associazione «Free Palestina», anticipa così la manifestazione di sabato a Torino. Il corteo attraverserà via Madama Cristina, piazza Carducci, via Genova, corso Caduti sul Lavoro e raggiungerà la piazza Fabio Filzi, a 200 metri dal Lingotto Fiere. Qui ci saranno i comizi di esponenti di Free Palestina e del Forum Palestina, ma sarà anche data voce a palestinesi e israeliani dissenzienti che sfileranno nel corteo. Sarà presente anche una delegazione dei Comunisti Italiani. «Vogliamo dimostrare – dice Casali – che Israele non è gradito quale ospite d’onore. Nessun problema con il popolo, ma con il loro governo sì».
Intanto sono stati identificate e denunciate dalla Digos le tre persone, tra i 25 e i 30 anni, accusate di avere bruciato bandiere di Israele e Stati Uniti a Torino durante il corteo del Primo Maggio. I tre, secondo il resoconto degli investigatori, prima di agire si sono coperti il volto con la kefiah, poi hanno cosparso i vessilli di liquido infiammabile e hanno appiccato il fuoco in piazza San Carlo, alla fine del corteo. Indicati dalla Questura come «esponenti d’area antagonista» e frequentatori del centro sociale torinese Askatasuna, sono stati denunciati per vilipendio alla bandiera di uno Stato estero e travisamento in occasione di manifestazioni pubbliche.