Gli italiani consumano molto più di quanto dichiarano al Fisco. Uno studio del quotidiano economico il Sole 24 Ore, infatti, mostra come, nel nostro Paese, il livello medio delle spese sia del 20% superiore a quanto dichiarato nel Modello Unico del 2007.
Se, da un lato, è improprio lasciarsi andare ad una facile equazione tra consumi e reddito, i dati fanno comunque riflettere.
Molti cittadini, infatti, spendono più di quanto guadagnano indebitandosi o intaccando il risparmio, ma la forbice appare eccessiva e riaccende il dibattito sull’economia sommersa e sull’evasione fiscale.
Anche perché, nel suo studio, il “Sole” prende come riferimento il reddito complessivo lordo e non quello netto spendibile che è più basso del 25%. Non solo: anche se in misura minore rispetto al passato, gli italiani non spendono tutto quello che guadagnano ma una parte viene risparmiata.
Colpisce, nella ricerca, soprattutto la differenza della forbice tra regione e regione. In testa alla classifica di chi consuma molto più di quanto guadagna c’è la Calabria: a fronte di un reddito medio dichiarato di poco più di 8.000 euro, infatti, risulta una spesa di oltre 12.o00, il 48% in più. In coda alla classifica, invece, c’è la Lombardia, con 16.313 euro dichiarati e poco più di 17.000 spesi, con una differenza del 5.8%.
A livello regionale, le differenze maggiori sono quasi tutte nelle regioni meridionali: oltre al citato 48% della Calabria, infatti, spiccano il 38,6% della Sicilia, il 36,2 % della Campania e il 30,2% della Puglia.
In coda, oltre alla Lombardia, il Friuli con il 10,2%, il Piemonte, 13,3% e l’Emilia Romagna 14,6%. Tutte cifre sensibilmente al di sotto della media nazionale che prevede un reddito dichiarato di poco meno 13.000 euro con spese di 15.367 e una forbice del 19%.
In controtendenza, invece, due regioni a statuto speciale del nord come il Trentino Alto Adige, e la Valle d’Aosta, seconda, con il 39.9% solo alla Calabria nella differenza tra il dichiarato e lo speso. Ma nel caso di Trentino e Valle d’Aosta, però, vanno considerati i contributi che le regioni stanziano ai cittadini per l’acquisto di beni importanti come la prima casa. Forme di assistenza pressochè sconosciute nel resto dello “stivale”.
A livello assoluto, colpisce il fatto che la differenza totale tra spese e consumi è di circa 170 miliardi. Sarà un caso, ma è una cifra non molto lontana da quella stimata da molti analisti per il sommerso dell’economia italiana: tra i 150 e i 200 miliardi di euro.