E la direttiva dello scorso 31 luglio ne è un chiaro esempio. Il sindaco di Palermo Diego Cammarata potrà ora contare su 150 milioni di euro, in gran parte prelevati proprio dal Fas che, dunque, si trasforma, come scrive Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, in un bancomat buono per ogni evenienza. Sempre dal Fas erano stati prelevati 220 milioni da destinare alla fondazione Ri.Med., di cui l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro è membro del consiglio di amministrazione. Anche allora c’era in carica il governo Berlusconi e la polemica politica portò all’attenzione per la prima volta l’uso improprio dei soldi che dovevano essere destinati al sostegno delle regioni più povere. Il governo Prodi ridusse lo stanziamento a 110 milioni, ma il Tar diede ragione al ricorso della Fondazione che si è quindi ritrovata con 330 milioni pronti all’utilizzo.
Ma i finanziamenti recenti trasferiti in Sicilia non sono gli unici. Leggendo alcune delibere del Cipe, si nota che dal Fas partono stanziamenti anche per molte località della Penisola. A Palermo, Catania e Roma sono stati usati per mettere un freno alle perdite delle municipalizzate, a Parma addirittura «per la realizzazione degli interventi concernenti la flotta aziendale della Gestione governativa di navigazione che fornisce il servizio nei laghi di Como, Maggiore e Garda».