Quanto durerà la riscossa dei peones in Formula 1? Se lo chiedono i tifosi della Ferrari e della McLaren, dominatrici degli ultimi mondiali e ora costrette a inseguire vetture che mai e poi mai avrebbero dovuto impensierire le regine.
È vero che il regolamento quantomeno ambiguo ha dato una mano alle Brawn e alle Toyota, ma è anche inconfutabile che i progressi della Red Bull non sono ascrivibili al famigerato buco. La sensazione è che il duello serrato degli ultimi anni tra la casa anglo-tedesca e la rossa di Maranello abbiano impegnato allo spasimo tecnici, progettisti e manager togliendo di fatto risorse alla programmazione.
Solo così si può spiegare il ritardo abissale emerso in questo avvio di stagione e il ritorno precipitoso di Domenicali in Italia per cercare di recuperare il tempo perduto.
C’è poi un evidente problema di piloti, soprattutto alla Ferrari. Raikkonen non è più l’uomo di ghiaccio degli anni scorsi: è lento, ha poco feeling con i meccanici, ha perso combattività e grinta. Massa è tutto il contrario: fin troppo emotivo, cerca velocità a scapito dell’affidabilità.
La stagione è appena partita per cui ci sarà tempo per rimediare. Ma non è detto che a fine campionato non si cambi tutto, magari con un uomo d’esperienza come Fernando Alonso e un emergente come Vettel.
È vero che ultimamente guidare una Ferrari non è il massimo, ma il fascino delle rosse resta enorme e immutato.