Formula 1/ Rosberg lancia l’allarme: “Piloti magri come modelle”

Magro come un pilota di Formula 1. Una frase che potrebbe entrare presto nel campionario dei modi di dire degli sportivi. Peccato che non ci sia nulla da ridere, almeno stando a quanto affermato dal pilota della Williams Nico Rosberg, che proprio oggi ha staccato il miglior tempo nelle prove libere del gran premio di Spagna.  “Vedo piloti sempre più magri, me compreso”.

La colpa dell’alleggerimento collettivo dei piloti di Formula 1 , obbligati ad uno standard di peso pari a quello delle modelle, sarebbe del Kers, sistema di recupero dell’energia cinetica, inaugurato, tra le polemiche proprio in questa stagione.

Kers che, oltre ad essere costoso, si è rivelato anche molto pesante: “Se lo monti sulla tua vettura – ha continuato Rosberg – puoi finire fuori dalle norme e allora ogni grammo che un pilota può perdere significa molto”. Risultato? Sempre più team cercano di tagliare peso in eccesso  all’unico elemento variabile, i piloti.

Non a caso la federazione ha già approvato una modifica, in vigore dalla prossima stagione,  che porterà il peso massimo consentito dagli attuali 605 kg fino a 620. Per Rosberg, però, si tratta di una falsa soluzione ad un problema vero: “La norma prende in considerazione il peso complessivo e per i piloti non cambia nulla. Sarà sempre importante essere più leggeri. Mentre bisognerebbe tenere fuori il pilota dalla bilancia”.

Nel frattempo, però, lo spagnolo Fernando Alonso ha chiuso l’ultimo Gran Premio privo di conoscenza. Un fatto allarmante che solleva, prima di tutto problemi di sicurezza, visto che i piloti corrono spesso in condizioni di alte temperature che possono produrre disidratazione.

Secondo altri piloti, però, le preoccupazioni di Rosberg sono eccessive. Lo stesso Alonso ha minimizzato l’episodio del Barhein attribuendolo ad un problema al radiatore che ha alzato eccessivamente la temperatura dell’abitacolo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’australiano Mark Webber: “oggi peso esattamente quanto pesavo dieci anni fa”.

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Emiliano Condò