Francesco Belsito a Processo, Lega rinuncia a chiedergli indietro i soldi

Francesco Belsito a Processo, Lega rinuncia a chiedergli indietro i soldi (foto LaPresse)

(ANSA) – MILANO – La Lega Nord rinuncia a chiedere i danni all’ex tesoriere Francesco Belsito nei procedimenti penali in corso nei Tribunali di Milano e Genova e con al centro quel presunto scandalo sulla gestione dei fondi del Carroccio, ‘volati’ in Tanzania e a Cipro e usati anche per le spese personali della cosiddetta ‘Family’, che aveva travolto, nella primavera del 2012, il senatur Umberto Bossi e i suoi figli, Renzo e Riccardo. “Non possiamo perdere tempo e neppure soldi, oltretutto per cercare di recuperare soldi che certa gente non ha”, ha spiegato il leader del partito, Matteo Salvini.

Ed è stato proprio Salvini, in qualità di segretario e legale rappresentante, a inviare nei giorni scorsi una e-mail agli avvocati del Carroccio per invitarli a depositare la revoca della costituzione di parte civile che era stata presentata nei confronti di Belsito e dei presunti riciclatori di parte dei fondi, l’imprenditore Stefano Bonet e il commercialista Paolo Scala.

Un messaggio nel quale, da quanto si è saputo, il leader leghista ha fatto presente che il passo indietro era dettato da “tutta una serie di ragioni”, alcune delle quali di natura “ancorché politica”.

Salvini ha poi chiarito che “in primo luogo sono cose che fanno parte del passato; in secondo luogo, se ne occupano gli avvocati e non la politica”.

Soprattutto, ha aggiunto, “mi spiacerebbe intasare i Tribunali della Repubblica andando a chiedere quattrini che certa gente neppure ha. In ogni caso – ha concluso – noi non possiamo spendere soldi e perdere tempo in cause che durano anni”.

La decisione ha colto di sorpresa anche il Governatore lombardo, Roberto Maroni, che nell’aprile del 2012 era stato protagonista della cosiddetta ‘notte delle scope’ per chiedere pulizia totale nel partito: “Ho letto questa cosa – ha commentato – voglio sentire Salvini su questo punto”.

La Lega, nei mesi scorsi, si era costituita parte civile nei confronti dell’ex bodyguard ligure Belsito, diventato tesoriere del Carroccio, e dei due presunti riciclatori. E non nei confronti del fondatore del movimento Bossi e dei suoi due figli. Oggi, però, il legale Domenico Aiello ha presentato al gup di Milano Carlo Ottone De Marchi la revoca della costituzione nei confronti di Bonet e Scala. E la revoca poi sarà presentata anche negli altri due procedimenti, uno a Genova e l’altro a Milano, che vedono imputato, tra gli altri, Belsito. Stamani, intanto, il gup ha mandato a processo (prima udienza fissata per il 12 gennaio davanti alla settima sezione penale di Milano) Bonet e Scala, difesi dai legali Giuseppe Prencipe e Pierluigi Bonafin e accusati di aver riciclato quegli ormai famosi 5,7 milioni di euro di fondi del Carroccio che Belsito avrebbe usato per investimenti a Cipro e in Tanzania.

Nella scorsa udienza, invece, il gup aveva deciso di mandare a giudizio con citazione diretta Umberto Bossi, i suoi figli e Belsito per l’accusa di appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi della Lega Nord. La parte del procedimento che riguarda, invece, la presunta truffa sui rimborsi elettorali ai danni dello Stato da circa 40 milioni di euro è stata trasmessa a Genova per competenza territoriale. In questo filone sono imputati l’ex segretario del Carroccio Bossi, tre ex componenti del comitato di controllo di secondo livello della Lega (Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci) e Belsito. Nei procedimenti di Milano e Genova la Lega, dunque, non sarà più parte civile.

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Emiliano Condò