Uccise tre figli appena nati, di uno ne incendiò il corpo nel camino, altri due li congelò nel frigorifero. Il processo a uno dei casi di infanticidio più inquietanti di Francia e non solo, quello alla madre Veronique Courjault, si è aperto martedì alla Corte di Assise di Tours a porte chiuse. Il verdetto è atteso per il prossimo 17 giugno.
La 41enne Courjault, che ha confessato i tre omicidi avvenuti tra il 1999 e il 2003, è in prigione dall’ottobre 2006 e rischia ora l’ergastolo. La storia è iniziata il 23 luglio del 2006 a Seul dove la donna risiedeva con il marito ingegnere in missione. È stato lo stesso marito quel giorno a scoprire i corpicini dei neonati in frigorifero e ad aver chiamato subito la polizia.
In una conferenza stampa il 22 agosto la moglie, che inizialmente aveva sostenuto la tesi della congiura, ha confessato di aver strangolato i due figli alla nascita e di aver anche bruciato un altro bebè appena venuto alla luce anni prima, nel 1999. L’autopsia sui corpi dei due neonati congelati ha successivamente dimostrato che i bebè erano vivi al momento della nascita.
La macabra storia, secondo gli psicanalisti, metterebbe in luce un fenomeno psicologico definito “negazione della gravidanza” per il quale molte madri rifiutano inconsciamente di essere incinte. Altri esperti parlano invece di “rifiuto di maternità” che sarebbe invece un atto cosciente di omicidio da parte della madre. Sotto indagine anche il padre per un eventuale complicità con la moglie. La coppia Courjault ha già due figli che hanno oggi 12 e 14 anni.