Macron positivo al coronavirus: si isolerà per una settimana e continuerà a lavorare a distanza (Foto Ansa)
Chiedendo al contempo ai francesi responsabilità nei comportamenti individuali. Chiamato a un esercizio difficile di fronte a un paese stanco. E irritato dal secondo lockdown, Emmanuel Macron è stato almeno semplice e chiaro. Non è cosa da poco in un’Europa in cui quasi tutti i leader, con la sola eccezione di Angela Merkel, farfugliano cose spesso incomprensibili. I suoi piani per tirar fuori la Francia dalla crisi sanitaria e da quella economica sembrano ragionevoli. Ma la loro applicazione sarà decisiva. Nei prossimi mesi, Macron si gioca anche la sua eventuale rielezione.
Il cammino tracciato dal presidente si articola attorno a tre tappe.
Ci saranno alcuni adattamenti (forse per cinema e teatri), ma le grandi linee sono queste. L’obiettivo è di mantenere basso il numero dei nuovi casi e di approfittare dell’arrivo dei vaccini. Che potrebbero essere disponibili già a fine anno. Nessuna vaccinazione obbligatoria. Ma un’apertura pedagogica in direzioni degli scettici. La distribuzione dei vaccini e la loro sicurezza sarà monitorata da un comitato scientifico, cui si affiancherà un «collettivo di cittadini».
Ci potranno essere accelerazioni del calendario. Ma anche ritardi. Un eventuale aumento dei contagi dopo le feste potrebbe frenare il programma. In ogni caso, presidente e Governo vogliono evitare una terza ondata e un terzo lockdown.
Proprio su quest’ultimo punto, Macron si gioca la rielezione. La crisi sanitaria significa
Il cauto ottimismo di Macron, corroborato dall’arrivo del vaccino, deve tradursi nei fatti. La Francia non gli perdonerebbe un fallimento. Da qualche anno, in Francia, è di moda dire che il presidente è «maître des horloges», cioè padrone del tempo. È lui solo, monarca repubblicano, a dettare modi e tempi dell’azione politica.
L’espressione oggi non è più di attualità. A scandire il tempo, ha riconosciuto in privato Macron, non è il presidente, ma il coronavirus. Ospite sorprendente e inatteso della scena politica, sarà proprio il Covid a disegnare le griglie di partenza per la corsa all’Eliseo, che si concluderà fra meno di diciotto mesi, nel maggio 2022.