Al via la stagione per la raccolta dei funghi. I “fungiatt” hanno «aspettative molto buone» sulla stagione di raccolta autunnale, di fatto apertasi in Trentino, mentre sull’Appennino le prime “volate” di porcini, nascite cioè dei gustosi miceli, sono attese per il prossimo fine settimana.
Un ottimismo che dovrebbe far giustizia delle ultime due annate, molto povere per gli amanti di questi prodotti spontanei del bosco che nascono, su terreni umidi, una decina di giorni dopo la pioggia, seguita da una buona dose di sole e temperature miti.
In controtendenza l’Alto Adige dove, dalle prime raccolte qui strettamente regolamentate e dai banchi di vendita a Bolzano, l’annata sembrerebbe “non eccelsa” per i porcini e gallinacci, anche per l’escursione termica non felice.
«Dopo 40 giorni senza pioggia ad agosto e i temporali degli ultimi giorni – dice Michele Boscagli, sindaco di San Giovanni d’Asso, nelle crete senesi – la stagione di raccolta micologica sembra puntuale, con un pienone nei cesti dei raccoglitori di porcini e larderelli-prataioli atteso ad ottobre».
E sono ben 2500 gli iscritti al sistema di allerta web del sito www.fungodiborgotaro.com, iniziativa on line del Consorzio Fungo di Borgotaro Igp che segnala alla sezione “Stanno nascendo” la fase di sviluppo dei funghi nei 22 mila ettari di riserve a pagamento, costituite nel Parmense negli anni Sessanta.
«Il fungo porcino delle nostre zone per i raccoglitori di tutto il Nord, lombardi in particolare, è una calamita – ha detto il direttore del Consorzio Fungo Borgotaro Igp, Antonio Mortali – che nelle due buone annate del 2005 e 2006 ha attirato 60 mila appassionati. Questi hanno pagato un biglietto giornaliero tra i 10 e i 15 euro per accedere alle nostre nove riserve e ai dieci sentieri del Comune di Borgo Val di Taro, tenuti puliti fino alla massima quota di 1600 metri proprio grazie agli ingressi a pagamento».
«Attualmente – continua Mortali – la crescita dei succulenti funghi è a un quinto, quindi “irrilevante”. Ma già domenica prossima, quando ci sarà anche la sagra, prevediamo funghi porcini pronti al consumo, e il consueto ingorgo da “porcino-mania” sull’A15, l’autostrada Parma-La Spezia». I prezzi dei funghi porcini nella vendita diretta organizzata dai tanti raccoglitori si aggira, secondo una stima fornita dal direttore del Consorzio Fungo Borgotaro, attorno ai 20 euro al kg.
«Ma poichè quest’anno ne nasceranno tanti – dice Mortali – il prezzo in loco dovrebbe scendere presto a 15 euro. Costano meno quelli cinesi, nonostante il lungo viaggio, ma sono adatti solo a un consumo in salamoia come sottaceto. Le aree di concorrenza diretta sono la Romania, e i Paesi dell’Est in genere. Ma qui entra in gioco il ruolo dell’Igp (Indicazione geografica protetta) che è una garanzia della provenienza in loco, e quindi di freschezza».
«Attualmente la nostra Igp – precisa il direttore consortile – vale solo per il porcino fresco, ma abbiamo chiesto una modifica del disciplinare che comprenda il prodotto trasformato e estenda gli ettari delle riserve dai 22 mila a 60 mila».
La Coldiretti stima che i quasi 10 milioni di ettari di bosco che coprono un terzo dell’Italia possano offrire una produzione di circa 30 mila tonnellate tra porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità. Ma occhio alla provenienza.
