G20, ”MISURE ANTICRISI ENTRO IL 31 MARZO”: BERLUSCONI, ”PER ITALIA PIANO DA 80 MILIARDI”

I leader del G20 hanno raggiunto un accordo sulla dichiarazione finale, che conterrà una intesa sui metodi da seguire per ristabilire la fiducia sui mercati. L’accordo raggiunto dai leader «è vicino alle idee europee sui princìpi», e prevede a termine regole per il controllo del mercato, la sua sorveglianza e la sua trasparenza. Il comunicato finale parla anche di rilancio dell’economia, rimanendo però in termini molto generici: con riferimenti alla politica monetaria, al ruolo delle istituzioni internazionali come Fmi, Banca mondiale, istituti a carattere regionale, e al sostegno da offrire ai Paesi emergenti, i più fragili in questo momento. Le prime proposte sulle nuove regole per i mercati dovranno essere pronte entro il 31 marzo, dato che un secondo vertice dello stesso tipo verrà convocato «tra il 31 marzo e il 30 aprile», hanno concluso le fonti.

«Un piano concreto entro il 31 marzo». I leader del G20, nel ribadire il "no" al protezionismo, sono d’accordo per l’adozione di misure per contrastare la recessione globale tramite attive politiche monetarie e fiscali. Nel comunicato finale – secondo una bozza del documento – ci sarebbero anche delle proposte per rafforzare il ruolo del Fmi e completare il Doha Round entro la fine dell’anno. «Il G20 è determinato a rafforzare la collaborazione per ristabilire la crescita e riformare il sistema finanziario» si legge nel comunicato finale del G20, nel quale si precisa che «misure concrete» servono entro il 31 marzo.

Fondo monetario e Banca mondiale. Il G20 ha convenuto sulla necessità di «proposte concrete per la sorveglianza, la trasparenza e la regolamentazione dei mercati». Il G20 punta anche a «continuare a intraprendere le azioni necessarie per stabilizzare il sistema finanziario; riconoscere l’importanza del supporto della politica monetaria e dell’uso di misure fiscalì per la crescita; fornire liquidità; assicurare che il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e le altre istituzioni finanziarie abbiano sufficienti risorse per assistere i Paesi in via di sviluppo colpiti dalla crisi».

Prossimo vertice entro il 30 aprile. I capi di Stato e di governo del G20 si riuniranno nuovamente entro il 30 aprile 2009 «al fine di verificare la messa in atto dei principi e delle decisioni» sulle quali hanno convenuto nel vertice odierno. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha proposto che il prossimo vertice si tenga a Londra, visto che la Gran Bretagna sarà in quel periodo presidente di turno del G20. Sarkozy ha detto che «il G20 è ormai considerato l’organismo pertinente» per trattare i problemi riguardanti la crisi mondiale dell’economia.

Bush: la crisi non è finita, ma si vedono progressi. «Un incontro non può risolvere da solo i problemi di una crisi mondiale – ha detto il presidente Usa George W. Bush – Questo può essere solo il primo passo in una serie di incontri». In avvio di riunione, Bush aveva detto che i leader del G20 sono alla ricerca di «una via d’uscita» da una crisi che «non è finita», ma sulla quale si vedono «progressi». Bush, ha aperto i lavori al National Building Museum, il museo nella capitale americana che ospita la riunione dei capi di Stato e di governo dedicata alla crisi: «I leader mondiali – ha detto Bush – sono impegnati a continuare sulla strada dei mercati aperti e del libero scambio».

Berlusconi: vertice storico. «Abbiamo trovato un accordo con una linea d’azione comune: è stato un summit storico proprio perché, per la prima volta nella storia, è stata avviata, di fronte ad una crisi globale, una politica economica globale» ha detto il premier Silvio Berlusconi al termine del G20 finanziario. «In sintonia con il G20 – ha aggiunto il premier – l’Unione europea sta preparando un piano equilibrato di interventi nei prossimi anni di decine di miliardi a sostegno della domanda».

«Non siamo in ritardo come dice la sinistra». «Posso dire con fermezza che non siamo in ritardo come afferma la sinistra – dice Berlusconi – Anzi, siamo qui a valutare gli interventi su scala globale. E’ chiaro che finora nessuno ha fatto niente da solo. Abbiamo anticipato la Finanziaria a luglio e, grazie alla scelta di farla durare tre anni, abbiamo anticipato i rischi: mi vengono i brividi a pensare come sarebbe adesso la situazione senza questi saldi di finanza pubblica».

«La mia frase su Obama era quasi di invidia». «Qualcuno ricordava quanto avevo detto sulla Russia, altri parlavano dell’aggettivo che ho usato su Obama che aveva, francamente, un qualcosa di invidioso – ha detto stasera Berlusconi – Ma posso assicurare che nei miei confronti c’è stata qui in America un’accoglienza che non direi cordiale, ma affettuosissima».

Con Obama avrò lo stesso rapporto che ho avuto con Bush. «E’ evidente che bisogna aspettare prima di dare giudizi o esprimere dubbi, sulle proposte di Obama e il team che sceglierà – dice il premier – Vediamo come sarà l’impatto con la realtà, perché un governo non può esimersi da scelte compromissorie. Tuttavia sono certo che anche con Obama riuscirò ad avere lo stesso rapporto di fiducia e stima che ho avuto con George Bush».

Tremonti: piano di interventi di 80 miliardi. «Il governo varerà un decreto anti-crisi nei prossimi giorni» ha detto il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, che ha anche ringraziato il Parlamento per «aver votato la Finanziaria senza fiducia» e l’opposizione per aver votato a favore su diverse norme. «Abbiamo stabilito un piano di interventi pari a 80 miliardi di euro – ha detto Tremonti in una conferenza stampa congiunta con Berlusconi – Si tratta di un piano anti-crisi in linea con l’Unione europea. Del resto nessun Paese è ancora intervenuto, tranne per quanto riguarda le banche ma noi non avevamo bisogno. Si tratta di misure secondo la media europea e coerenti con i nostri conti pubblici».

«Tempi straordinari, scelte straordinarie». «Sono tempi straordinari e servono scelte straordinarie per procedure veloci, sempre ferma restando la trasparenza» ha detto Tremonti, precisando che il governo sta affrontando il problema dei tempi e delle procedure troppi lunghe delle gare.

Al prossimo Cipe interventi per 16 miliardi. Tremonti ha annunciato che già al prossimo Cipe del 21 novembre si avvieranno i primi 16 miliardi di interventi del governo per superare la crisi economica e finanziaria: tutti gli interventi del governo ammontano a 80 miliardi di euro. Questi 16 miliardi vanno così divisi: 12 per le infrastrutture e quattro su project financing. Successivamente si metterà mano a 40 miliardi provenienti da fondi europei compartecipati dall’Italia. Quindi 10 miliardi di interveti sulla rete autostradale collegati alla revisione delle tariffe. Altre misure riguarderanno il sistema bancario per ampliare il credito, i contratti di produttività e la fiscalità industriale, a partire dall’Iva per cassa, ovvero il sistema grazie al quale l’Iva verrà versata non all’emissione della fattura ma al momento del pagamento effettivo.

Bush: salvare i princìpi del libero mercato. «Siamo qui oggi perché condividiamo la preoccupazione per l’impatto della crisi finanziaria globale sulla nostra gente – ha detto Bush – Condividiamo anche la convinzione che lavorando insieme sia possibile ricondurre l’economia globale sulla strada della prosperità a lungo termine». Il presidente ha sottolineato che questo di Washington «sarà solo il primo di una serie di incontri», aggiungendo che i lavori del meeting avranno cinque obiettivi: comprendere le cause della crisi globale, esaminare la efficacia della nostra risposta, identificare i principi per rivedere i nostri sistemi finanziari e di regolamentazione, lanciare un piano specifico per attuare questi principi e riaffermare la nostra convinzione che «i princìpi di libero mercato offrono il sentiero più sicuro verso il traguardo della prosperità».

«Gli Usa hanno rischiato una crisi peggiore della "Grande depressione"» ha detto il presidente Bush al termine del G20.

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