Giornata tranquilla a Londra dopo gli scontri di mercoledì in cui un manifestante ha perso la vita.
“Vogliamo sapere come è morto, ma la polizia non ci dice niente. Chiediamo un’inchiesta che faccia luce su quanto è avvenuto”. Sono circa un centinaio i no-global che sono tornati sul luogo in cui mercoledì sera un loro compagno ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire, nel corso degli scontri fra manifestanti anti-G20 e forze dell’ordine inglesi. La vittima, un uomo sulla trentina, avrebbe avuto un collasso e perso i sensi: trasportato in ospedale, ci è arrivato privo di vita e tutti i tentativi di praticargli la respirazione artificiale sono falliti.
In attesa di un’autopsia per determinare le cause esatte del decesso, Scotland Yard accredita la versione dell’ infarto e ipotizza che l’uomo soffrisse di disturbi cardiaci.
La polizia londinese, intanto, si prepara a nuovi scontri. I nuovi punti caldi sono lo Stock exchange, e soprattutto l’Excel centre dove si tiene il vertice. Sono stati messi in campo 4.700 agenti tra polizia metropolitana, servizi segreti e sicurezza diplomatica.
Almeno ottantasei persone sono state arrestate nel primo giorno di manifestazioni. Tra le motivazioni: offesa a pubblico ufficiale, disordine violento, furto con scasso, incendio doloso, procurato allarme e possesso d’armi. Finora quattro le persone già processate: tre per possesso di armi da taglio e una per aggressione.
