Un centinaio di attivisti di Greenpeace hanno occupato 4 centrali elettriche a carbone. Si tratta degli impianti di Brindisi, di Fusina a Marghera (Venezia), Vado Ligure (Savona) e, Porto Tolle, nel Parco regionale del Delta del Po, centrale che il Governo italiano vuole riconvertire a carbone.
I militanti dell’associazione ambientalista vogliono così dare un segnale forte ai capi di stato presenti al G8, e chiedergli di assumere un ruolo di leadership sul tema dei cambiamenti climatici. Questa mattina, gli attivisti, provenienti da quindici differenti nazioni, hanno occupato i nastri di trasporto e scalato ciminiere e gru presenti negli impianti.
I militanti contestano soprattutto l’alimentazione a carbone, considerato, «in assoluto il combustibile con le maggiori emissioni di gas serra». Qualche tensione a Brindisi, dove, a detta di Greenpeace, « i responsabili della centrale Enel hanno più volte riacceso il nastro, nonostante la presenza degli occupanti, mettendo a rischio la loro sicurezza».