Dopo la «litigata» di mercoledì, Russia e Ucraina si parlano e cercano una soluzione per riaprire i rubinetti del gas senza che nessuno ci perda la faccia (e soprattutto i soldi) e gli altri Paesi europei possano ricevere il metano russo. In serata c'è stata una telefonata fra i presidenti ucraino Viktor Yushchenko e russo Dmitri Medvedev, che ha preceduto i colloqui notturni fra i rappresentanti di Gazprom e dell'ente energetico ucraino Naftogaz. In tarda mattinata è previsto un incontro a Bruxelles tra i rappresentanti dei due Paesi con la medizione dell'Unione europea.
DIVERGENZE INTERNE – Portavoce del Cremlino hanno precisato che la telefonata è arrivata da Kiev. Medvedev ha ribadito che Mosca vuole vendere il gas all'Ucraina a prezzi di mercato simili a quelli degli altri Paesi europei, ma «il problema è diventato ostaggio delle divergenze interne della dirigenza ucraina e della sua incapacità di prendere decisioni adeguate nell'attuale situazione». Il presidente russo ha poi accusato l'Ucraina di «appropriazione abusiva» del gas destinato agli altri paesi, «fatto che contraddice gli accordi internazionali». Medvedev ha aggiunto che il debito ucraino verso Gazprom non è stato saldato interamente come era nei patti. Ha infine chiesto la formazione di un gruppo di controllo sul gas in transito con osservatori dell'Ue. Yushchenko ha proposto invece la creazione di una commissione mista che comprenda i clienti europei per risolvere l'attuale crisi, e ha chiesto di portare avanti i negoziati con la partecipazione della Commissione europea.
VERTICE A BRUXELLES – Infatti il presidente di Gazprom, Aleksei Miller, e il vice presidente di Naftogaz, Igor Didenko, accompagnati da funzionari dei propri governi si incontreranno separatamente in giornata a Bruxelles con i vertici Ue per risolvere la vicenda. Venerdì è confermata la riunione del Gruppo europeo di coordinamento sul gas che dovrà decidere quali misure prendere per far fronte alla carenza di gas che sta colpendo sopratutto l'Europa centrale, ma che rischia di creare seri problemi anche a tutti gli altri Paesi europei, Italia compresa pur se il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha ribadito che «l'Italia ha 14 miliardi di metri cubi di gas immagazzinati: ne abbiamo consumati due e riteniamo di poter riuscire a sopperire la crisi». Scajola ha detto di ritenere che «il problema tra Russia e Ucraina si risolverà nei prossimi giorni». Scajola ha reso noto inoltre che il governo ha rivisto la decisione non estrarre gas dai fondali dell'Adriatico
