Esplosioni e fiamme hanno illuminato il cielo sopra Gaza durante la notte, mentre numerosi carri armati si sono avvicinati alla Striscia, a segnalare l’allargamento delle operazioni militari. Le forze armate israeliane hanno annunciato di avere bombardato 60 obiettivi durante la notte fra sabato e domenica, mentre secondo fonti mediche il bilancio delle vittime è di quattro palestinesi uccisi, forse si tratta di bambini. L'aviazione – ha detto un portavoce militare – ha colpito tra l'altro tunnel usati per il contrabbando di armi e una moschea nel sud della Striscia di Gaza, trasformata in deposito di armi e luogo di addestramento.
DIECI ATTACCHI AEREI – La fonte ha parlato anche di dieci attacchi aerei contro gruppi armati palestinesi e segnalato una serie di scontri tra miliziani e fanteria israeliana. Non ha riferito di perdite tra i soldati di Tsahal. Secondo fonti mediche quattro palestinesi sono stati uccisi e una decine feriti nella notte in tutta la Striscia di Gaza. Non è stato specificato se si tratti di miliziani o civili. Sempre nella notte tre razzi sono stati lanciati dalla Striscia contro il territorio israeliano. Hanno colpito Beersheva provocando danni materiali ma non vittime. Secondo le testimonianze di medici palestinesi, gli israeliani hanno lanciato bombe al fosforo contro numerose abitazioni a Khouza, nel sud. Una donna è stata uccisa e almeno cento persone sono state ferite, per lo più ustionate o intossicate. Il portavoce dell’esercito israeliano ha categoricamente smentito l’uso di armi al fosforo bianco. Anche ad est e a nord della Striscia sono in corso violenti combattimenti, dichiarano fonti di Hamas, in particolare ad Ajlin e Zeitoun. Secondo i medici sabato sono state uccise almeno 30 persone, poche delle quali erano militanti di Hamas. Sono 850 le vittime palestinesi di 16 giorni di offensiva israeliana.
VICINI AGLI OBIETTIVI – «Israele si avvicina agli obiettivi che si è prefissato» nella operazione 'Piombo fusò contro Hamas a Gaza. Lo ha detto il premier israeliano Ehud Olmert, aprendo la consueta riunione del consiglio dei ministri. «Non possiamo lascirci sfuggire all'ultimo momento quanto è stato finora conseguito con grandi sforzi», ha aggiunto il primo ministro. «Nessun Paese al mondo, anche quelli che ci fanno la predica, avrebbero mostrato un autocontrollo maggiore» ha osservato Olmert. «Siamo stati costretti ad intraprendere una operazione con una decisione che era inevitabile – ha proseguito – in aiuto dei figli e dei nostri cittadini che si trovavano in una situazione insopportabile» per i continui lanci di razzi palestinesi da Gaza. «Sapevamo fin dall'inizio che non sarebbe stato semplice e che quanto viene considerato normale altrove è a malapena accettabile per Israele»: un riferimento alla necessità di impedire che le sue città siano continuamente attaccate con razzi e mortai. Olmert ha anche ribadito che per quanto concerne la sicurezza dei propri cittadini Israele non accetterà di farsi dettare limitazioni dal mondo esterno: un evidente riferimento alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un immediato cessate il fuoco a Gaza.
Momenti di tensione al corteo organizzato dall'Associazione dei palestinesi d'Italia, partito sabato pomeriggio da piazzale Loreto a Milano e concluso dalla preghiera islamica in Stazione Centrale. Alcuni manifestanti hanno dato fuoco a un lenzuolo con raffigurata la stella di Davide; hanno anche tentato di bruciare bandiere israeliane, ma sono stati bloccati da altri partecipanti. Hanno sfilato circa 5 mila manifestanti, appartenenti alle comunità palestinesi della Lombardia, assieme ad alcuni militanti dei centri sociali milanesi e ad alcune sigle della sinistra radicale, come Sinistra Critica e il Partito Comunista dei Lavoratori. Tra i promotori della manifestazione i rappresentanti dell'associazione «Palestinesi d'Italia», che parteciparono anche al corteo del 3 gennaio scorso, nel quale vennero bruciate alcune bandiere israeliane e che si concluse con la preghiera in piazza Duomo, con il conseguente strascico di polemiche.
Manifestanti hanno sfilato anche per le strade di Torino,Roma, Firenze e Napoli, senza incidenti di rilievo. Qualche momento di tensione c'è stato a Torino, quando alcuni tra i circa 2 mila dimostranti hanno bruciato una bandiera israeliana e, sfilando davanti alla sede dell'Associazione Italia-Israele vi hanno gettato contro sacchi di vernice.
INGHILTERRA – Cortei anche in numerose città europee, fra cui Londra e Parigi dove è stato mobilitato un imponente dispositivo di sicurezza. A Londra, a inizio pomeriggio, la polizia stimava a 12 mila il numero dei manifestanti. Secondo gli organizzatori, invece circa in 100 mila persone si erano radunate nei pressi di Hyde Park, nel centro della capitale, rispondendo all’appello della coalizione pacifista Stop The War e delle organizzazioni Campagna per la Palestina e Initiativa dei musulmani britannici (Bmi). Il corteo doveva in seguito muoversi verso l’ambasciata israeliana. «Spero che riusciremo in due cose: a dire al governo britannico che molte persone si sentono coinvolte e a Israele che il resto del mondo sa cosa succede», ha dichiarato alla Bbc il cantante Brian Eno. Da parte sua, l’ex sindaco laburista di Londra Ken Livingstone ha affermato in un comunicato che «il governo britannico e l’Unione europea hanno le leve economiche per fermare la carneficina».
FRANCIA: SCONTRI A PARIGI – A Parigi, migliaia di persone hanno cominciato a manifestare nel pomeriggio al grido di «Israele assassino» e «Stop al massacro». Dalle 20 mila alle 30 mila persone erano attese alla marcia posta sotto alta sorveglianza per evitare incidenti simili a quelli scoppiati nella marcia di sabato scorso a cui avevano partecipato 21 mila manifestanti. I 4 mila poliziotti schierati non hanno evitato incidenti e vandalismi: nessuna auto bruciata ma molte vetrine infrante. In numerose altre città vi sono stati 80 cortei, tutti organizzati dal Collettivo nazionale per una pace giusta e durevole tra palestinesi e israeliani. Più di 80 manifestazioni erano previste oggi in Francia fra cui a Tolosa, a Lille e a Nizza, indette dal Collettivo nazionale per la Pace giusta e duratura fra Palestinesi e Israeliani, che raggruppa associazioni, partiti di sinistra e sindacati. Nella mattinata, da 1.600 (secondo la polizia) a 4 mila (secondo gli organizzatori) manifestanti hanno sfilato a Tolosa, al grido di «Bush, Olmert, Livni, Barak assassini, Sarkozy complice» o ancora «Stato d’Israele, Stato criminale».
GERMANIA – In Germania, circa 10 mila persone, in maggioranza della comunità turca, hanno manifestato nel pomeriggio a Duisburg, secondo la polizia. Un’altra marcia era prevista a Berlino. In Grecia, in più di 2 mila in mattinata hanno sfilato nelle strade di Atene e Salonicco al grido di «libertà alla Palestina» e «No ai massacri e ai blocchi». A Budapest circa un migliaio di persone ha sfilato brandendo striscioni sui quali si poteva leggere: «Fermate il massacro di Israele a Gaza», o «Dite no alla sofferenza degli innocenti».
