La disfatta dei laburisti di Gordon Brown è di proporzioni bibliche: sconfitti nella maggior parte dei Comuni dell’Inghilerra e del Galles, il Partito laburista ha perso anche la City Hall di Londra. L’annuncio ufficiale è arrivato nella notte, con un ritardo di diverse ore dovuto all’alta affluenza alle urne. I cittadini della capitale britannica hanno scelto Boris Johnson: conservatore eccentrico e amante delle gaffes, capace di por fine al regno del già due volte sindaco Ken Livingstone il ”rosso”. Anche in riva al Tamigi, come in molti altri Comuni dove si è votato giovedì, il verdetto delle urne è stato netto. Quarantatre anni, ex direttore del giornale The Spectator, studi da rampollo dell’alta società al college di Eton e all’università di Oxford, Johnson ha superato Livingstone di circa 140.000 preferenze. «Spero questo dimostri che i conservatori sono diventati un partito del quale ci si può nuovamente fidare», ha affermato Johnson di fronte ai simpatizzanti in festa. Il successo a Londra vale oro: un budget miliardario e la responsabilità di preparare la città per le Olimpiadi del 2012 in riva al Tamigi.
Al di là del carattere amministrativo, la tornata elettorale di giovedì ha un valore politico. Nei 159 Comuni dove si è votato i conservatori hanno guadagnato 256 consiglieri, mentre i laburisti ne hanno persi 331. Secondo le proiezioni della Bbc, a livello nazionale i tory hanno vinto con 20 punti percentuali di vantaggio sui rivali di governo. A una sconfitta di portata storica per il Labour, la più grave da 40 anni a questa parte, ha contribuito anche il sorpasso da parte del Partito liberal-democratico. Al primo test elettorale dopo aver sostituito Tony Blair alla guida del governo nel giugno scorso, Brown ha dovuto ammettere la sconfitta. "Si è trattato di una brutta notte", ha detto venerdì il premier. «Dobbiamo trarne delle lezioni, analizzare quel che è successo e andare avanti». L’appuntamento è per le politiche, che dovranno tenersi entro il primo semestre del 2010. Il leader conservatore David Cameron ha parlato di un voto "di fiducia" nei confronti del suo partito, escluso da incarichi di primo piano a livello nazionale da quando nel 1997 ebbe inizio l’"era" Blair.