Gela, taglieggiano il gestore di una pizzeria per dieci anni. Pizzo extra a Pasqua e Natale

Costretto per dieci anni a pagare il pizzo da Cosa Nostra. Ora, il titolare di una pizzeria di Gela, può tirare un sospiro di sollievo. Con l’accusa di estorsione e associazione mafiosa, gli agenti della Questura di Caltanissetta e quelli del commissariato di Gela, coordinati dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta, hanno notificato in carcere sei ordinanze di custodia cautelare in carcere.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip di Caltanissetta Andrea Catalano su richiesta della Dda nei confronti di Emanuele Bassora 35 anni detto «U Vavusu», Alessandro Gambuto 34 anni soprannominato «U Vutrisi», Fortunato Ferracane, 37, Gianluca Bonvissuto, 30,  Nicola Palena, 28, e Giorgio Lignite 39 anni detto «Davide».

I sei, tutti di Gela, tra il 1997 e il 2008 avrebbero costretto il commerciante a versare mensilmente 500 mila lire  poi divenuti 250 euro. Inoltre la vittima, in occasione delle festività pasquali e natalizie doveva versare un extra di due milioni di lire.

I proventi delle estorsioni venivano poi gestiti da Rosario Trubia, detto «Nino D’Angelo», oggi collaboratore di giustizia e da Crocifisso Smorta, considerati all’epoca i reggenti di Cosa nostra.

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Emiliano Condò