Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ritiene incomprensibile la mobilitazione in atto nelle università e nei licei: «Le ragioni della protesta francamente non le comprendo e sono sempre più convinta che molti di coloro che scendono in piazza in realtà non abbiano letto il provvedimento, perché non si capisce come mai si occupino le università , si facciano manifestazioni nella scuola secondaria, che sono ambiti minimamente toccati dal provvedimento», ha detto il ministro questa mattina durante la puntata di Mattino 5, commentando le proteste che si susseguono in queste ultime ore contro la riforma della scuola. Il provvedimento, ha precisato Gelmini, riguarda solo la scuola primaria e la scuola media inferiore: «Introduce la valutazione del comportamento, lo studio dell’ educazione civica, il ritorno ai voti come meccanismo di valutazione, ma certo non tocca le università e la scuola superiore».
La sinistra crea allarmismo. Secondo Gelmini, la sinistra sta facendo «una campagna di disinformazione: sta dicendo alle famiglie che verrà meno il tempo pieno e gli insegnamenti aggiuntivi, è una grande bugia».
La mozione della Lega non è razzismo. Il ministro è poi intervenuto in difesa della mozione della lega sulla classi ponte: «Le classi di inserimento per i bambini immigrati non sono un problema di razzismo, ma un problema didattico. E’ un dato di fatto che per come è organizzata la scuola oggi non riesce ad assolvere al meglio a una funzione importante, quella di integrare gli alunni immigrati. Ogni genitore che ha un figlio nelle classi elementari – ha aggiunto il ministro – sa che ci sono problematiche legate all’inserimento dei bimbi stranieri nelle classi perché molti non conoscono l’italiano. Molte classi rallentano l’ apprendimento e l’integrazione dei bambini stranieri perchè non ci sono corsi specifici di insegnamento della lingua italiana». Secondo Gelmini, senza la conoscenza della lingua italiana non c’è integrazione: «Quindi se vogliamo integrare in maniera adeguata i bambini stranieri – ha concluso – è giusto investire delle risorse perché questi bambini possano conoscere la lingua italiana e integrarsi al meglio».
