Il Consiglio della Federazione russa, la camera alta, è pronto ad avallare di fatto l’indipendenza dell’Ossezia del sud e dell’Abkhazia, le due aree separatiste della Georgia. L’ha detto oggi il presidente dell’organismo legislativo Sergei Mironov. Il senato, ha spiegato Mironov secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax, «è pronto a riconoscere lo status indipendente dell’Ossezia e dell’Abkhazia se il popolo di queste repubbliche volesse e anche il presidente russo prendesse una decisione relativamente a questa materia». Una seduta della camera alta è stata già convocata per il 25 agosto e non è escluso che la presa di posizione a favore delle regioni filo-russe possa avvenire già in quell’occasione. Oggi il vicepresidente del Parlamento abkazo ha annunciato che Sukhumi chiederà ufficialmente il riconoscimento alla Russia.
INTEGRITA’ TERRITORIALE – Un atto, questo, che certo non contribuirà a rasserenare gli animi. Il governo di Tbilisi ha più volte evidenziato che non intende rinunciare ad un solo chilometro di territorio e anche i Paesi del blocco occidentale, Stati Uniti in testa, si sono schierati a favore dell’integrità territoriale della Georgia, rivendicando l’esigenza di un ritiro in tempi rapidi delle truppe di Mosca. Il governo di Medvedev, dal canto suo, ha fatto sapere che il ripiegamento dei militari russi avverrà entro il 22 agosto. In questo contesto si inserisce però la posizione ostile a Tbilisi delle popolazioni delle aree contese, che non hanno mai nascosto il loro interesse filo-russo. Una situazione molto delicata, insomma. Che riapre sempre più scenari da guerra fredda, alimentati anche dalle tensioni provocate dalla decisione della Nato di installare in Polonia, ovvero a una manciata di chilometri dal confine russo, una delle basi del proprio sistema missilistico di difesa.
«ARRESTATA UNA SPIA» – E da clima di guerra fredda è la notizia dell’arresto, da parte del Servizio federale di sicurezza russo (Fsb) di un alto ufficiale dell’esercito, fermato a Stavrapol con l’accusa di aver fatto la spia al soldo della Georgia. La notizia è stata confermata da un funzionario dello stesso Fsb all’agenzia Interfax. In manette è finito Mikhail Khalidze, originario della Georgia. Secondo l’accusa, Khachidze sarebbe stato reclutato in Georgia a fine 2007. «Mentre prestava servizio presso il Distretto militare del Caucaso settentrionale – ha spiegato il funzionario citato da Interfax -, il detenuto raccoglieva informazioni riservate sulle forze armate russe, la loro capacità di combattimento e dati personali dei suoi compagni di servizio su istruzioni dei servizi d’intelligence georgiani. Prove incontrovertibili delle sue attività di spionaggio sono state ottenute nel corso dell’inchiesta».
FUMATA NERA ALL’ONU – Al palazzo di vetro di New York, nel frattempo, la Russia mette le mani avanti su un’ipotesi di risoluzione che le Nazioni Unite dovrebbero sottoscrivere a margine del cessate il fuoco. Secondo l’ambasciatore al palazzo di vetro, Vitaly Churkin, essa contraddice l’intesa tra Mosca e Tbilisi, affermando che le posizioni militari russe devono tornare a essere quelle prima del conflitto. Mosca insiste invece sulla necessità, sancita nell’accordo, di mantenere posizioni militari nella parte georgiana del confine con l’Ossezia del sud. La Russia, ha lasciato intendere l’ambasciatore, porrebbe il veto alla risoluzione, che per Mosca deve riprendere interamente il piano di pace in sei punti mediato dal presidente francese, presidente di turno dell’UE, Nicolas Sarkozy. Churkin ha evitato a tutti quella che ha definito «una perdita di tempo», ovvero la messa al voto della bozza di risoluzione. Inoltre, il testo della bozza reca l’appello per l’integrità territoriale della Georgia, sgradita al Cremlino. (AGI) Red 201112 AGO 08 NNN
IL BILANCIO DELLE VITTIME – Intanto è anche tempo di bilanci sugli scontri armati delle scorse settimane. Sono al momento 69 le vittime accertate dalla procura russa nell’attacco georgiano in Ossezia del sud. Lo hanno detto all’agenzia Itar-Tass gli inquirenti, precisando che non si sa nulla della situazione nelle aree rurali. Fra le vittime, ci sono 19 donne, una delle quali incinta, tre ragazzi sotto i 16 anni e una bambina di tre anni. Il ministero degli esteri russo ha parlato invece di 1.600 morti sudosseti.
