Il ritiro russo dalla Georgia deve essere «immediato», le relazioni tra Nato e Russia non possono continuare «come se nulla fosse», ma nessun provvedimento concreto è stato preso nei confronti di Mosca dai ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica riuniti a Bruxelles. È quanto emerge dalla lettura del comunicato finale diffuso al termine della riunione.
Nel giorno del "balletto sul ritiro" russo, durante la conferenza stampa tenuta a Bruxelles al termine del consiglio straordinario dei ministri degli Esteri della Nato, il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer è stato esplicito: i rapporti con la Russia non potranno più «essere come prima», dopo l’invasione della Georgia. Il Consiglio Nato-Russia resta operativo, ma una sua prossima riunione, ha spiegato il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, potrà svolgersi solo dopo il completo ritiro delle forse di Mosca dalla Georgia.
La replica del Cremlino – affidata al ministro degli Esteri, Serghej Lavrov – è immediata e durissima. La Russia giudica «non obbiettiva» e «prevenuta» la posizione espressa al vertice straordinario deli ministri degli Esteri della Nato sul ruolo di Mosca nel conflitto russo-georgiano. La Nato, ha proseguito Lavrov, sta cercando di salvare un «regime criminale» al potere in Georgia, apprestandosi a aiutare il riamo di Tbilisi. Mosca, ha ribadfito il capo della diplomazia russa, non intende annettersi alcun territorio georgiano, mentre l’incoraggiamento della Nato alla Georgia affinchè entri nell’Alleanza è una poiszione «anti russa».
E la Russia alle parole fa seguire i fatti. Medvedev ha infatti deciso di richiamare a Mosca il suo ambasciatore presso la Nato a Bruxelles, Dmitri Rogosin. Mosca e Tbilisi intanto hanno dato il via libera al dispiegamento di altri 20 osservatori militari dell’Osce (l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) in Georgia, in aggiunta ai 9 che sono già sul terreno. Intanto un alto comandnte dell’esercito russo detto di essere in possesso di informazioni, secondo cui navi da guerra statunitensi, polacche e canadesi sono pronte a entrare nel Mar Nero, dove si affaccia anche la Georgia, entro la fine di agosto; e ha sollecitato che, in base all’accordo in 6 punti sottoscritto da Mosca, ripieghino alle basi anche i militari georgani, compresi i 2000 rientrati dall’Iraq e dispiegati in Ossezia del Sud.
Continua anche il pressing degli Usa su Mosca. «È tempo che il presidente russo mantenga la parola data e ritiri le truppe alla situazione antecedente al 6 agosto», ha affermato il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice. «Non sono gli Usa che vogliono isolare la Russia, ma è Mosca che si sta isolando invadendo i suoi piccoli vicini e bombardando», ha sottolineato la Rice. «Da questa riunione esce un segnale molto chiaro, e cioè che la Nato, giunta fino a questo punto dalla fine della Guerra fredda, non ha intenzione di permettere che venga tracciata una nuova linea divisoria all’interno dell’Europa». Secondo il capo della diplomazia Usa comunque è un bene che la Russia abbia accettato la missione dell’Osce, che da subito ha deciso di inviare 20 osservatori in Georgia: «Saranno necessari peacekeepers in Ossezia e in Abkhazia – ha osservato – perchè la Russia è diventata parte del conflitto».
