E’ l’ennesimo annuncio: il ritiro delle unità della 58esima divisione dell’esercito russo dalla città georgiana di Gori, nei pressi della regione separatista dell’Ossezia del sud, sarebbe cominciato: lo ha annunciato un portavoce del ministero della difesa russo.
Il leader del Cremlino Dmitri Medvedev ha promesso nei giorni scorsi che il ritiro sarà completato entro il 22 agosto. Oggi intanto gli abitanti dell’Ossezia del sud, dove mercoledì è stato revocato lo stato di emergenza, sono stati invitati a radunarsi nella «capitale» Tskhinvali, per far sentire la loro voce a favore dell’indipendenza.
DIPLOMAZIA – Intanto, dopo le dichiarazioni di mercoledì del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, e le successive polemiche relative alla questione dello scudo spaziale, sul fronte diplomatico gli Stati Uniti hanno criticato la bozza di risoluzione presentata dalla Russia al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per risolvere la crisi della Georgia. Il testo russo esprime il sostegno del braccio esecutivo dell’Onu all’accordo di pace raggiunto il 12 agosto dal presidente russo Dmitri Medvedev e dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Ma secondo la diplomazia di Washington manca un riferimento esplicito alla garanzia dell’integrità territoriale della Georgia. Mosca chiede che si apra «una discussione internazionale su una soluzione che garantisca la sicurezza nel lungo termine per l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud», le due province separatiste georgiane. Le divergenze tra Mosca e Washington rendono molto difficile l’iter della risoluzione, che difficilmente potrà essere messa ai voti e tantomeno adottata. Prospettivi simili a quelle della bozza presentata dalla Francia in precedenza che chiedeva il ritiro russo dalla Georgia e sanciva il principio dell’integrità territoriale.
RAPPORTI CON LA NATO – Mosca ha poi dichiarato che rivedrà le relazioni con la Nato. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, all’agenzia Interfax. «Stiamo rivalutando la cooperazione in atto e analizzando lo stato delle nostre relazioni per prendere una decisione su come procedere». Era stato l’ambasciatore russo presso l’Alleanza, Dmitry Rogozin, ad anticipare mercoledì l’intenzione russa di interrompere la cooperazione militare con la Nato.
