Gianfranco Varetto si sta preparando ad ottocento chilometri di viaggio. Vuole raggiungere l’Ungheria da Genova. Per quello che sarà il suo più bel viaggio di questa vita. «So che non mi rimane molto tempo e non sono nemmeno sicuro di riuscire ad arrivare dove vorrei. Ma in fondo non è così importante. Quel che conta è partire».
Sdraiato sul suo letto all’ospedale San Martino, Varetto sorride.
Da un mese è ricoverato nel centro per i malati terminali di tumore, dove lo assistono le cure dei medici e degli infermieri che ora insieme a lui stanno realizzando l’ultimo sogno: un ritorno alle origini.
Negli anni Ottanta aveva acquistato un casolare nelle foreste ungheresi, a quindici chilometri dal confine con l’Austria e con la Slovenia. Lì ha passato i giorni più belli, insieme alla moglie e al figlio. Lì ha conservato i suoi libri, le fotografie, gli oggetti di scena. «Credo che sia arrivato il momento di riprenderli e portarli qui con me».