È stato ucciso dal fuoco amico durante il blitz della Nato l’interprete afghano del giornalista del New York Times Stephen Farrell, liberato la scorsa notte in un’operazione militare dalle mani dei talebani che l’avevano rapito.
Lo ha affermato lo stesso Farrell in una telefonata al suo giornale:«Eravamo tutti nella stessa abitazione – ha raccontato il giornalista – I talebani si sono dati alla fuga appena è stato chiaro che si trattava di un blitz». Il reporter ha quindi aggiunto di essersi subito precipitato fuori dalla casa insieme all’ interprete, Sultan Munadi, «sotto un diluvio di proiettili».
L’interprete, ha aggiunto Farrell, gridava continuamente di essere un giornalista, ma è stato colpito da una raffica. «Io mi sono buttato in un fossato», ha detto ancora il cronista del New York Times, che dice di aver sentito delle «voci britanniche» e di aver allora gridato «ostaggio britannico!» per farsi riconoscere dai militari.
«Sono fuori, sono libero!», ha commentato a caldo Farrell.
