di Geronimo
L’Italia ha virato a destra: a capo del governo c’e’ Berlusconi, alle presidenze di camera e senato Fini e Schifani, e, dulcis in fundo, a Roma il sindaco e’ Gianni Alemanno. Certo, al Quirinale c’e’ ancora Giorgio Napolitano, ex-comunista, ma pazienza. Pero’, su questo fatto degli ex c’e’ da riflettere. A Fini ed Alemanno vengono abbondantemente rivolti epiteti di ”ex-fascisti”, e nei blog dei giornali di sinistra (molti) c’e’ gente che si strappa le vesti e grida di voler emigrare. Mia figlia, 16 anni, che frequenta una scuola evidentemente ”rossa”, quando Pdl e Lega hanno vinto le elezioni se n’e’ uscita cosi’: ”Mamma, ma c’e’ il pericolo di una dittatura di destra?”. E’ stata rassicurata, ma non convinta. Tant’e’ vero che quando Alemanno ha sconfitto Rutelli ha detto: ”Mio Dio, ha vinto Alemanno!”. Mi ha colpito, in questa ragazzina peraltro intelligente e diligente a scuola, che non abbia mai manifestato paura per una ”dittatura di sinistra”. E si’ che in Italia, quando il Pci di Berlinguer era al 33 per cento e stavamo tutti sotto la cappa del ”compromesso storico” catto-comunista, ad una sorta di dittatura di sinistra ci siamo andati abbastanza vicino. Se ne accorse in tempo il povero Craxi, che pero’, e forse proprio per questo, ha fatto una brutta fine. Ma, tornando a noi, la domanda che ci doppiamo porre e’: perche’ gli ex-fascisti vengono accusati di essere fascisti e gli ex-comunisti non di essere comunisti? Perche’ nelle piazze non si da’ del comunista a Napolitano, Veltroni, D’Alema, Fassino e compagnia danzante? La risposta e’ molto semplice: la sinistra ha avuto per un lunghissimo periodo di tempo, e fin da molto prima che mia figlia nascesse, una influenza spropositata a tutti i livelli della societa’ italiana, dalla scuola alla gastronomia. Sulle dittature fascista e nazista ne sono state dette, e giustamente, di tutti i colori e se n’e’ discusso ininterrottamente. Sulle dittature comuniste, a cominciare da quella di Stalin, meno, molto meno. Stalin ha ammazzato piu’ russi di quanto i nazisti abbiamo trucidato ebrei, ma se ne e’ sempre parlato poco qui da noi. Le dittature dell’est-europeo a cominciare da quella di Honecker nella Ddr (Repubblica Democratica Tedesca!) erano spaventose, roba da far impallidire George Orwell e il suo Grande Fratello, ma venivano guardate con benevolenza. Erano, si diceva nei salotti radical-chic ma non solo, ”Democrazie Popolari”. Poi quei popoli si sono stancati di quel tipo didemocrazia e nel 1989 e’ crollato il muro di Berlino, seguito a ruota dal crollo dell’Unione Sovietica. Ma da noi il muro di Berlino ha resistito molto, molto piu’ a lungo. Fino alle ultime elezioni. La sinistra ha continuato, dopo svariate metamorfosi di nomi e simboli, ad essere pervasiva su tutto il territorio. E allora non c’e’ da stupirsi molto se una ragazzina di 16 anni teme una ”dittatura di destra” ma non una ”dittatura di sinistra”. Naturalmente ora le cose sono cambiate, ma ce ne vorra’ del tempo per stemperare le paure di mia figlia e di altri ragazzi e ragazze che la pensano come lei. C’era un tempo, quando ero giovane, che andavo in giro col distintivo di Mao Tse Tung nell’occhiello della giacca, ai tempi della cosiddetta ”Rivoluzione Culturale”. Qualcuno se la ricorda? Quanti morti ha causato? Nessuno lo sa. Poi il distintivo di Mao me lo sono tolto. Errare umanum est. Ha sbagliato, poi pentendosi, anche il grande Tiziano Terzani, che ai tempi della guerra in Vietnam esaltava il regime dei Khmer Rossi in Cambogia, con Pol Pot che cercava di essere l’Hitler orientale. E’ augurabile che riescano a guardare le cose bene in prospettiva i giovani che oggi temono da Berlusconi, Fini ed Alemanno una ”dittatura di destra”. Buon Dio, non riuscirebbero a confezionarla neanche se lo volessero. Certo i libri scolastici sono quello che sono e risentono molto di quella lunga, lunga influenza della sinistra comunista e non in Italia. Nelle file del Pdl qualcuno ha, finora timidamente, suggerito che forse andrebbero rivisti. Sarebbe tempo.
