È un’accusa pesantissima quella mossa da un gruppo di medici britannici nei confronti del Servizio sanitario inglese, il National Health System (Nhs). In una lettera inviata al quotidiano “Telegraph”, i camici bianchi specializzati nel fine vita parlano di una vera e propria condanna a morte ai danni di alcuni malati terminali.
Attendendosi alle linee guida sancite dal Nhs infatti, i pazienti dichiarati in fin di vita vengono di fatto lasciati a se stessi, letteralmente abbandonati nell’attesa che arrivi il momento fatale. Per alleviare la sofferenza è possibile togliere loro liquidi e medicine, sedando i malati terminali fino al momento della morte. Ma così, fanno notare i medici nella loro missiva, si finisce per ignorare eventuali segni di ripresa, poiché «prevedere la morte – scrivono nero su bianco – è una scienza inesatta».
In particolare, i camici bianchi puntano il dito contro il Liverpool Care Pathway (Lcp), ovvero il sistema messo a punto per sostenere i malati terminali fino alla morte e di fatto esteso a tutto il Paese. A preoccupare i camici bianchi tra cui diversi docenti universitari, sono le diagnosi sbagliate che finirebbero per trasformarsi in vere e proprie condanne a morte. Indicato come modello di riferimento nel 2004, il Lcp oggi viene adottato in oltre 300 ospedali, 130 ospizi e 560 case di riposo.
