ROMA – La Banca centrale europea alza le barricate contro l'ipotesi di ristrutturazione del debito greco. E nell'Unione europea prende forma un piano alternativo: nuovo prestito alla Grecia e accordo con le banche per il rinnovo, a scadenza, dei titoli di Stato nel loro portafoglio. I premi di rendimento sul debito greco, a nuovi record (1.289 punti sulla scadenza decennale), anche oggi fanno da campanello d'allarme. I mercati, dopo le recenti aperture all'ipotesi di allungare le scadenze sul debito greco o tagliare le rate, danno ormai per scontata l'impossibilita' di recuperare tutto il capitale investito. E dopo che il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker ha ipotizzato una ristrutturazione 'soft', con allungamento delle scadenze dei titoli, la Bce e' in fibrillazione. Il presidente della Bce Jean-Claude Trichet – scrive il Financial Times Deutschland – avrebbe avvertito nei giorni scorsi i ministri finanziari europei che, nel caso di una dilazione delle scadenze del debito greco, la Bce avrebbe smesso di accettarlo come garanzia nonostante il rating greco, ormai al livello di 'spazzatura'. Oggi rincara la dose Juergen Stark, membro tedesco del comitato esecutivo: in caso di ristrutturazione ''sarebbe impossibile continuare a fornire liquidita''' alle banche greche. L'Eurotower ha comprato 40 miliardi di titoli di Stato greci. E ha prestato oltre 91 miliardi alle banche greche a fronte di circa 144 miliardi di garanzie, in parte bond governativi ellenici. Certo, in realta' nello statuto della Bce c'e' solo scritto che l'istituto puo' prestare alle banche a fronte di adeguato 'collaterale'. Anche con una ristrutturazione, Francoforte potrebbe continuare a prestare alle banche greche anche se a fronte di garanzie ancor piu' onerose di oggi. La mossa della Bce puo' essere letta allora in chiave politica: l'emergenza di una futura ristrutturazione del debito pubblico metterebbe inevitabilmente le banche greche in necessita' di massicci finanziamenti Bce. A meno che queste non provvedano, magari subito, a una decisa ricapitalizzazione. E di fronte allo 'stop' della Bce i leader europei si starebbero orientando verso un piano alternativo da varare a giugno, che consentirebbe almeno di guadagnare tempo. Nuovi aiuti ad Atene da parte della Ue e dell'Fmi in aggiunta ai 110 miliardi di euro gia' decisi un anno fa: si parla di 60 miliardi, anche se la somma sara' decisa dopo l'esito della missione di Commissione Ue, Bce ed Fmi nella capitale ellenica. Atene, intanto, prepara una nuova stretta di bilancio, riforme strutturali e privatizzazioni (che sarebbe condizione necessaria al nuovo prestito): a giorni il governo dovrebbe presentare nuovi tagli a stipendi, pensioni e sussidi sociali, oltre alla chiusura di enti statali, al congelamento delle assunzioni nel settore pubblico e a massicce privatizzazioni a partire da Ote, principale operatore telefonico. La seconda mossa, volta ad evitare la ristrutturazione morbida ipotizzata da Juncker, sarebbe un'intesa con le banche esposte sul fronte dei titoli di Stato greci, incentivandole a non vendere i bond e a sostituirli alla loro scadenza con nuove obbligazioni.
