E’ nera, è povera, è figlia di una ragazza madre ed è senza tetto, ma tutti la conoscono come «la ragazza di Harvard» o semplicemente «quella intelligente». Khadijah Williams sta per partire per Harvard, che l’ha appena ammessa dopo che ha superato brillantemente tutti i test. La famosa Università del Massachusetts sarà anche la prima casa che la ragazza avrà nei suoi 18 anni di vita: nonostante l’aria serissima con gli occhialoni spessi, da secchiona vera, finora ha vissuto nelle discariche, per strada, nei rifugi per senzatetto o in camere di motel di periferia.Con la madre – che l’ha avuta a soli 14 anni, da un uomo di cui Khadijah non sa nulla – e la sorella minore Jeanine, era in vagabondaggio perenne, in tutta la California, mai più di pochi mesi nello stesso posto, mai più di poche settimane di scuola, 12 istituti in 12 anni, interi semestri saltati. Ma Khadijah sapeva di essere speciale: a soli 9 anni aveva superato un test scolastico con un risultato raro, «solo uno su diecimila aveva un punteggio simile». E così aveva proseguito tenacemente gli studi, in mezzo ai topi e ai rifiuti, circondata da barboni, spacciatori e prostitute. Ogni mattina si puliva, per non puzzare in classe, non voleva si sapesse che dormiva in strada. Viveva in mezzo a due mondi, che entrambi non l’accettavano. A scuola la prendevano in giro perché era povera e «leggeva sempre», a casa – quella che chiamava casa, per strada – i barboni ridevano: «Non vorrai mica andare all’università».
E invece è proprio quello che Khadijah voleva, incoraggiata dalla madre vagabonda: «Hai un dono speciale, sei come Oprah», diceva. Così questo piccolo genio, oltre a imparare a setacciare i rifiuti, cercare i rifugi e le mense per senzatetto e riuscire a attraversare mezza California tenendo a mente tutte le coincidenze degli autobus, ha fatto la maturità e superato brillantemente i test di ammissione di oltre 20 migliori università americane, tra cui la Columbia e Amherst. Ha scelto il meglio, Harvard, dove solo pochi professori sanno che è una senzatetto: «Sono orgogliosa della mia intelligenza, non voglio che la gente pensi che vengo favorita per pietà». Altro che pietà: Julie Hilden, l’esaminatrice che l’ha accettata ad Harvard, la considera «la candidata migliore, se non la prendevamo rischiavamo di perderci la prossima Michelle Obama».