Due volontari italiani, Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, e un loro collega somalo sono stati rapiti da un gruppo armato ma stando alle notizie disponibili ”stanno bene”. Un «atto terroristico», che vedrebbe le autorità somale già sulle tracce dei rapitori, come sostiene il governo somalo: oppure un sequestro a scopo di estorsione da parte di «un gruppo indipendente», come dicono fonti dell’agenzia comboniana Misna. Di certo, sono stati bendati e portati via da un gruppo di uomini armati questa mattina due operatori italiani e uno somalo dalla casa ove dormivano nel villaggio meridionale di Awdhigle, a soli 65 chilometri da Mogadiscio.
I due italiani e il somalo Abderahman Yusuf Arale, che dirige il programma di sviluppo rurale al quale lavoravano, operano per l’ong Cins, Cooperazione Italiana Nord Sud. I gruppi ribelli somali avevano annunciato nei giorni scorsi di avere nel mirino i volontari stranieri dopo l’uccisione del capo della milizia islamica al-Shabab, Aden Hashi Ayro, e di altri 24 militanti all’inizio del mese di maggio nel corso di un raid americano. Ayro era considerato il capo di Al Qaida in Somalia ed era la mente di numerosi rapimenti di volontari e giornalisti stranieri. Il progetto di approvvigionamento idrico era realizzato sotto l’egida della Fao e cofinanziato dall’Italia e dalla Commissione europea.
Il Cins «non ha mai avuto avvisaglie» che consigliassero di interrompere il programma di cooperazione attivo in Somalia, ha riferito oggi l’addetto stampa, Vittorio Strampelli, spiegando che l’ong non aveva finora ricevuto minacce: «Lavoriamo in collaborazione con le autorità locali, non abbiamo mai ricevuto inviti a sospendere l’attività » da parte del Governo italiano. Oltre ai due rapiti stamane assieme al direttore somalo del progetto, il Cins ha in Somalia un terzo cooperante italiano che «al momento si trova però a Nairobi».
Il Cins, l’ong per la quale lavorano i due italiani e il somalo sequestrati in Somalia, ha stabilito «un primo contatto indiretto» con i tre cooperanti, che hanno comunicato di «stare bene e di non aver subito alcun tipo di violenza». È quanto si legge sul sito del Cins (Cooperazione Italiana Nord Sud). L’ong «esprime tutta la propria solidarietà alle famiglie di Iolanda Occhipinti e Giuliano Paganini, e di Abderahman Yusuf Arale, i due cooperanti italiani e il responabile della sede locale sequestrati nelle prime ore di questa mattina a Awdegle, 65 km a sud di Mogadiscio, in Somalia». Il direttore del Cins, Filippo Statuti, è in volo per Nairobi, dove atterrerà nel pomeriggio per seguire più da vicino l’evolversi della vicenda. L’ong è in costante contatto con le famiglie, con l’Unità di Crisi della Farnesina e con le autorità somale affinchè l’intera questione possa felicemente concludersi nel minor tempo possibile. Il Cins, acronimo di Cooperazione italiana Nord Sud, è stato costituito nel 1988. Si presenta nell’homepage del suo sito internet come «indipendente, non legata ad alcun interesse politico e religioso, riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, dalle Nazioni Unite, dalla Commissione dell’Unione Europea, da UsAid».
Il ministro degli Esteri Franco Frattini, a quanto riferisce la Farnesina, ha dato istruzione di attivare tutti i meccanismi istituzionali utili a prestare assistenza agli italiani rapiti in Somalia. Il ministero ribadisce però la consapevolezza di operare in un territorio dove le difficoltà sono particolarmente gravi e dove tutti i paesi europei sconsigliano ai propri connazionali di recarsi, avvertendo della difficoltà di fornire assistenza consolare.
