Mille metri quadri di scaffali. Dall’esterno sembra un magazzino qualsiasi, simile in tutto e per tutto ad uno dei tanti capannoni che segnano il territorio della Via Tiburtina alle porte di Roma. Basta avvicinarsi e guardare all’interno,però, per trovare uno scenario abbastanza diverso: file su file di vibratori, oggetti sadomaso, intimo particolare e oggettistica dall’uso più o meno intuibile.
Msx International, per il resto, è davvero un magazzino come tutti gli altri, a parte il dettaglio che, per evidenti ragioni di opportunità, gli impacchettatori realizzano confezioni anonime. L’idea dell’ Outlet del Porno è venuta ad una coppia di fidanzati romani. Prima cantavano ai matrimoni, poi, hanno pensato di dedicarsi ad un affare decisamente più redditizio.
Le cifre raccontano di un mercato ampio e in costante espansione: solo da questo magazzino, ordinando via web, si riforniscono 2500 clienti privati e 650 punti vendita. Nonostante questo, per Andrea, uno dei proprietari, con un passato di rivenditore di materiali per bricolage, «in Italia il settore è ancora poco sviluppato rispetto alle sue potenzialità».
Intanto, in alcune regioni del nord del Paese, si iniziano a vedere i primi distributori di oggetti erotici: il cliente infila la banconota, e, invece del caffè, porta a casa un dildo.
Andrea e la sua fidanzata bionda mostrano, non senza orgoglio, le punte di diamante del loro allestimento. In voga, in questo periodo, sono le pompe per allungare il pene. Il modello “lusso” è quello ad acqua: con “appena” 90 euro il cliente incerto sulle dimensioni della sua virilità, può portarsi a casa una “Bathmate Hydropump”.
Allargandosi il mercato, ovviamente, arriva anche la ricerca, e migliorano i materiali. Impossibile, secondo la coppia di imprenditori, non distinguere un pene vibrante economico da uno premium. Chi decide di investire più soldi nel piacere artificiale, infatti, non deve più accontentarsi dell’arido silicone. La nuova frontiera si chiama “Cyberskin”, un materiale molto simile, al tatto, alla pelle umana.
E se qualcuno prova ad obiettare che questi pezzi artificiali hanno un vago odore di petrolio, Andrea ha la risposta pronta: «Basta lavarli con un buon balsamo per capelli».
Il top, la tecnologia lo raggiunge sulle nuove bambole gonfiabili. Se in passato, infatti, le “Dolls” avevano tratti femminili improbabili e consistenza e sapore dei materassini da mare low cost, adesso le “Real dolls” sono prodotti di alta ingegneria con tanto di «endoscheletro in alluminio con tutti gli snodi possibili».
L’obiettivo, manco a dirlo, «è quello di simulare perfettamente la carne». In un settore in grande sviluppo, poi, non poteva mancare il wireless anche se, in tutta onestà, non si capisce perchè mai si dovrebbe attivare un vibratore a chilometri di distanza attraverso un sms col cellulare.
