“I Love Radio Rock”: quei favolosi Anni 60

Questa volta il regista Richard Curtis – 53 anni, neozelandese, già sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale – ha davvero fatto centro. “I Love Radio Rock” diverte veramente senza mai peccare di superficialità e melensaggine. Il film racconta la storia di un gruppo di dj che nel 1966 prese in affitto una nave malridotta, la portò fuori dalle acque territoriali inglesi nel Mare del Nord, e di lì cominciò a trasmettere rock giorno e notte, raccogliendo milioni di ascoltatori.

Il successo della radio colpì anche il governo che dette incarico al ministro Dormandy di mettere a tacere i fuorilegge della musica. Il che avvenne, dopo l’approvazione in Parlamento del Marine Broadcasting Offences Act. Ma ormai nessuno più avrebbe ridotto il rock al silenzio, nonostante le ire dei conservatori che per 10 anni ne avevano ostacolato la diffusione.

Il regista sottolinea: “Tra i 25 milioni di ascoltatori delle radio private c’ero anch’io. Avevo dieci anni e mi addormentavo con la radio sotto il cuscino. Questo film è il mio omaggio a quel periodo d’oro, purtroppo irripetibile”.

Un omaggio ben riuscito con una colonna sonora indimenticabile: trentasei canzoni, anche dei Rolling Stones, dei Who, dei Kinks, dei Procol Harum e di Cat Stevens. E nonostante il film aggiunga, come lecito, un po’ di romanzesco – la vicenda di un ragazzo espulso da scuola che raggiunge il padrino, divenuto capo di Radio Rock, nell’eccentrica nave hippy – la descrizione d’ambiente è perfetta, un insieme di feste, sesso e droga praticati con la maggiore libertà. Da non perdere.

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dmari