di Giulia
Qualcuno potrebbe spiegarmi una cosa che adesso inizio a sentire sventolata ai quattro venti da esponenti della maggioranza: i magistrati devono essere eletti dal popolo. La mia domanda è: perché? Secondo quale principio? Io intravedo in questa soluzione numerosi rischi. Il primo è ovviamente un calo della preparazione dei magistrati: già il concorso può non essere una garanzia, figuriamoci un suffragio popolare. Non so voi, ma io non credo che sarei in grado di giudicare se una persona ha conoscenze adeguate per fare il magistrato. Inoltre si potrebbe finire in magistratura semplicemente comprando i voti, o, più plausibilmente, promettendo favori a chi può comprare i voti. E siccome compravendita di voti, da noi, fa spesso rima con criminalità organizzata, non mi sembra il caso. Nel migliore di casi sarebbe una questione di simpatie: e anche questa è una parola stonata con la tanto decantata meritocrazia. Insomma, d’accordo fare una bella lavata di capo (e di stipendio?) ai magistrati che non lavorano, d’accordo semplificare e snellire gli iter giudiziari per arrivare più brevemente alle sentenze (l’idea dei due gradi di giudizio è così astrusa?), d’accordo quindi verificare e controllare l’efficienza dei tribunali; ma qualcuno mi spiega cosa gioverebbe avere giudici eletti da chi può diventare – o essere già – imputato?