Una città smarrita, frantumata, incattivita. Cadono i miti in questa Milano con poco orgoglio e molte paure. Era la città dell’accoglienza. Oggi si discute di apartheid in metrò. Soffia un vento di intolleranza: e a volte il Duomo sembra un fortino assediato. Tempo fa sventolava uno striscione della Lega: «Vescovo di Kabul».
C’è chi esagera, anche con le minacce. Il cardinale Dionigi Tettamanzi considera gli immigrati una risorsa e parla a una città che ha perso un po’ della sua anima. “La città è il frutto di ripetuti processi di integrazione. All’immigrazione deve non poco della sua fortuna”, dice il cardinale. E aggiunge:”Ci sono oggi tante città impenetrabili: la città della Fiera, la città della moda, della finanza, di un gruppo etnico, le periferie, il centro storico…”