La questione dei nomadi e del loro trattamento in Italia – e in generale in Europa – approda al Parlamento europeo di Strasburgo, con un dibattito straordinario che si tiene oggi pomeriggio, e che è stato richiesto dal gruppo socialista. Mentre questa mattina, sulla questione della sicurezza e dell’immigrazione, arriva anche il monito dei vescovi: "L’errore maggiore sarebbe buttarla, per l’ennesima volta, in politica – dice in una nota la Sir, l’agenzia che fa capo alla Cei; perché, altrimenti, "una questione vera, per l’Italia come per molti Paesi europei", rischia "di diventare un affare ideologico, l’alibi per schiamazzi e contrapposizioni, per eludere, anzichè risolvere i problemi".
Una discussione che avviene all’indomani delle nuove critiche del Consiglio d’Europa al nostro Paese: il commissario per i Diritti umani dell’organizzazione, Tohmas Hammaberg, ha dichiarato, davanti alla commissione dell’Europarlamento, che "non tutti in Italia fanno la distinzione fra chi delinque" e la stragrande maggioranza dei rom.
Certo, non si tratta solo dell’Italia, ha messo le mani avanti il capogruppo Martin Schulz, spiegando ai suoi colleghi i motivi della richiesta alla Commissione Ue di venire a riferire urgentemente sul tema del rispetto dei diritti delle minoranze. Nel corso di un cordiale colloquio telefonico con il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, proprio il Presidente del gruppo socialista al Parlamento Europeo ha tenuto a sottolineare come non si intenda fare del dibattito odierno un’occasione per mettere sotto accusa il Governo Berlusconi. Al contrario, Schulz – come rende noto la Farnesina – ha ribadito che l’intento di tale iniziativa è quello di porre un forte accento sulla questione dei Rom e della loro integrazione, nel rispetto dei diritti umani e della legalità , affinché diventi un tema di rilevanza centrale per l’Unione Europea. Al contrario il capogruppo dei liberaldemocratici Graham Watson ha ribadito che da noi si è raggiunto, verso le comunità di immigrati "un livello di violenza inusuale", dovuto anche alla natura della recente campagna elettorale che "ha portato avanti una cultura dell’impunità " per coloro che attaccano gli extracomunitari.
Questa la situazione a Strasburgo. Ma anche in Italia la questione immigrati, legata a quella della sicurezza, continua a far discutere. Col ministro Roberto Maroni che – malgrado la contrarietà del Pd e del Ccd, e nonostante le perplessità del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – continua a insistere: nel pacchetto che il governo varerà al Consiglio dei ministri di domani, il reato di immigrazione clandestina deve esserci. Il responsabile del Viminale lo ha ribadito anche ieri sera, a Porta a porta: questa misura, ha spiegato, è l’unica "che consente un giudizio immediato da parte del magistrato, perché è un magistrato a emettere il provvedimento di espulsione".
E a rispondere al ministro a nome del Pd, questa mattina, è Piero Fassino: "Se rendi il reato penale non puoi espellere il clandestino fino a quando non è stato fatto un processo – dichiara – quindi intanto te lo devi tenere, lo devi mettere in carcere, aspettare che si faccia il processo. In questo modo l’espulsione immediata non la puoi fare, i tempi del processo possono essere anche non immediati". Insomma, a suo giudizio, il reato non è una soluzione al problema. Critiche però anche alla Spagna, alle recenti prese di posizione del governo di Madrid contro quello di Roma.
E oggi, proprio in un’intervista al quotidiano iberico El Pais, dice la sua anche Giorgia Meloni, ministro delle Politiche giovanili, intitolata: "Espelleremo tutti gli stranieri delinquenti". Nel testo però l’esponente del governo Berlusconi precisa che, a suo giudizio, "far diventare l’immigrazione illegale un reato non serve".
