di Archangel
Un anestesista obiettore di coscienza dell’ospedale Niguarda di Milano avrebbe rifiutato le cure antidolorifiche a una paziente dopo un’interruzione di gravidanza e la direzione dell’ospedale «si è attivata per acquisire gli opportuni chiarimenti avviando un’indagine interna». La denuncia del caso è stata fatta dalla Cgil di Milano dopo l’arrivo di una lettera firmata dal marito della donna. Atto doveroso quello dell’indagine, ma c’e’ da chiedersi come mai la direzione dell’ospedale gia’ non sapesse come la pensa l’anestesista in questione e a quanti poveracci e poveracce sono state da costui negate terapie anti-dolore. Questo nostro e’ uno strano Paese dove tutti o quasi si professano cattolici, e quindi dediti a bonta’ d’animo, solidarismo, pieta’e via dicendo, ma solo sulla carta. E’ un Paese dove ci sono anestesisti che non anestetizzano perche’ la loro coscienza glielo impedisce, e medici che si rifiutano di staccare la spina alle macchine che tengono in vita malati che sono o clinicamente morti o in preda ad indicibili – ed incurabili – sofferenze. Come pieta’ e bonta’ d’animo lasciano molto a desiderare. Prendiamo il caso del Niguarda: il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti definisce ”anestestista” un ”medico specializzato nell’anestesia chirurgica” e ”anestesia” la ”perdita della sensibilità , ottenuta con l’impiego di farmaci”. Chiaro, no? Ora, fino a non moltissimo tempo fa, a chi doveva, che so, essere amputata una gamba o un braccio si dava da bere una bottiglia di qualcosa di forte e un pezzo di legno da stringere tra i denti. Gli anestesisti tipo quello del Niguarda vorrebbero tornare a quei tempi? Io mi domando e dico perche’ uno che e’ obiettore di coscienza si prende la briga di laurearsi in medicina quando sa che il mestiere dell’anestesista non fa per lui. E’ come uno che si laurea in filosofia e poi, diventato insegnante, si rifiutasse di parlare di Kant, Nietsche o Marx. Tutti questi cattolici che si strappano le vesti per la ”sacralita’ della vita” (vedi il caso di Eluana Englaro e tanti altri) e si rifiutano di lasciar morire coloro che vedono nella morte l’unica liberazione dalle loro sofferenze a me sembra che parlino senza sapere di cosa. Sarebbe interessante vedere come la penserebbe uno di loro che, per ipotesi, da anni corroso da un male tanto doloroso quanto incurabile, fosse condannato a continuare a vivere e soffrire. Ma soffrire perche’ e per cosa? Non ci hanno insegnato fin dal catechismo che l’inferno e’ nell’aldila’? Oppure e’ vero che per un malato c’e’ anche l’inferno in vita e vita natural durante? Queste persone che scrivono lettere indignate ai media quando si cerca di far morire qualcuno che vuole morire o che rifiutano di alleviare le sofferenze con terapie del dolore ormai diventate efficacissime, che cosa vogliono dimostrare? Purtroppo vogliono dimostrare (magari, viste le statistiche, senza mai recarsi una volta a Messa o semplicemente in chiesa) che seguono i dettami della Santa Chiesa Cattolica Romana o di altre confessioni anche quando, semplicemente da un punto di vista di umana e cristiana bonta’, sbagliano. Stupisce che la Chiesa di Roma ed il suo pontefice non si accorgano che certi arroccamenti ideologici non l’aiutano nella diffusione del Verbo. E’ stato lo stesso Vaticano, infatti, ad annunciare di recente che il cattolicesimo non e’ piu’ la prima religione al mondo. E’ stato superato dall’Islam, che accoglie il 19,2 per cento di musulmani contro il 17,4 per cento di cattolici. Le cause della perdita del primato mondiale da parte della Chiesa di Roma e’ dovuto a molteplici cause e non e’ questa la sede per elencarle. Ma quando una organizzazione religiosa, invocando la fede nel suo dio e l’obbedienza cieca al suo rappresentate in terra, resta indifferente dinnanzi al dolore anche quando questo puo’ essere eliminato con l’aiuto della scienza, non puo’ sorprendersi se alcuni suoi fedeli si rivolgono altrove.
