«DICHIARAZIONE NECESSARIA E BENVENUTA» – La dichiarazione del Papa sulla Shoa è «necessaria e benvenuta, ha affermato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, «e contribuisce a chiarire molti equivoci sia sul negazionismo sia sul rispetto del Concilio Vaticano II. La dichiarazione del Papa smentisce tutti coloro che hanno giudicato la nostra protesta come un'ingerenza irrispettosa ed esagerata».
LEFEBVRIANI RICONOSCANO CONCILIO VATICANO II – Benedetto XVI ha poi chiesto ai vescovi lefebvriani l'impegno a «realizzare i passi necessari» per realizzare la piena comunione con la Chiesa riconoscendo il Concilio vaticano II. Il Papa ha detto di aver concesso «la remissione della scomunica in adempimento all'unità. Ho compiuto questo atto di paterna misericordia», ha spiegato Joseph Ratzinger, «perché ripetutamente questi presuli mi hanno manifestato la loro viva sofferenza per la situazione in cui si erano venuti a trovare. Auspico che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del magistero e dell'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II».
RABBINATO: «PASSO AVANTI LE PAROLE DEL VATICANO» – Il rabbinato di Israele ha accolto le parole odierne di papa Benedetto XVI sulla Shoah come «un grande passo in avanti per la soluzione della questione» sollevata dalla recente revoca della scomunica nei confronti del vescovo lefevbriano negazionista Richard Williamson. Lo ha detto il direttore generale del Rabbinato Oded Wiener secondo il quale si tratta di «una dichiarazione molto importante per noi e per il mondo intero». In precedenza il rabbinato d'Israele aveva rotto i rapporti ufficiali con il Vaticano in seguito alla revoca della scomunica del vescovo lefevbriano Richard Williamson, che nega la Shoah. Lo ha scritto il Jerusalem Post, aggiungendo che il rabbinato ha anche cancellato un incontro fissato a Roma il 2-4 marzo con la Commissione della Santa Sede per i rapporti con gli ebrei.
WILLIAMSON – Intanto, nonostante le polemiche, il vescovo negazionista non torna sui propri passi e il vescovo di Ratisbona gli proibisce le chiese della città tedesca. Secondo monsignor Gerhard Ludwig Müller, Williamson si è infatti posto fuori dalla Chiesa e ha pronunciato parole «inumane» e «sacrileghe». «Non è una questione di emozioni o di pancia – ha detto Williamson – ma di raziocinio. E dal punto di vista razionale non cambio idea, sulle camere a gas le prove non ci sono». Parole destinate a rinfocolare le polemiche, nonostante la lettera dei lefebvriani inviata al Papa. Nel messaggio, monsignor Bernard Fellay aveva spiegato che «le affermazioni di mons. Williamson non riflettono in nessun caso la posizione della nostra fraternità».
LA RISPOSTA DEL VATICANO – La Santa Sede, tramite portavoce padre Federico Lombardi, ha espresso l'auspicio che, anche alla luce delle parole dette mercoledì dal Papa in solidarietà agli ebrei e contro il negazionismo della Shoah, il dialogo con il rabbinato di Israele possa continuare «con frutto e serenità».