Il parto di 10 gemelli in Sudafrica era una bufala: la "mamma" ricoverata in psichiatria (Foto d'archivio Ansa)
Il parto record di 10 gemelli in Sudafrica si è rivelato una bufala. E Gosiame Sithole, la presunta supermamma, è stata ricoverata nel reparto psichiatrico del Tembisa Hospital.
A fare luce sulla storia è stato il suo compagno Tebogo Tsotetsi che aveva detto di non credere che i dieci bambini esistessero e nel reparto maternità nessuno sapeva nulla di Sithole e dei gemelli.
E ora Piet Rampedi, giornalista di Pretoria News (quotidiano che per primo ha diffuso la notizia del parto da Guinness, si è scusato attraverso una lettera per il danno recato alla reputazione dell’azienda, dei colleghi in generale.
Rampedi – che in precedenza ha perso un lavoro per non essere riuscito a avvalorare adeguatamente le notizie – ha quasi ammesso che la storia di Sithole era una finzione. Ma insiste che “era incinta e ha partorito” anche se non si trattava di 10 gemelli.
Ha scritto nella lettera: “Non ho mai chiesto prove documentali della gravidanza, come scanner e schede cliniche, per esempio, come avrei fatto normalmente. Pensavo che non ci fosse nulla su cui dover indagare”.
La storia di Rampedi si è sgretolata quando il presunto padre dei bambini, Tebogo Tsotetsi, ha espresso pubblicamente dei dubbi sulla loro esistenza.
La donna attualmente è ricoverata in un ospedale vicino alla sua abitazione di Pretoria, secondo il suo avvocato sarebbe trattenuta contro la sua volontà e maltrattata nonostante abbia ribadito di essere sana di mente e aver partorito i 10 gemelli.
La vicenda è arrivata al culmine con una lite tra Sithole e Tsotetsi: la donna lo accusava di voler fare soldi grazie al parto record, si preoccupava solo delle donazioni che arrivavano da tutto il mondo.
L’uomo aveva replicato che la donna aveva nascosto i piccoli e che per questo non credeva nemmeno alla loro esistenza. Sithole finora non ha voluto rivelare dove si trovino i bambini e che nessuno “può costringerla”. E non è detto che il mistero si chiarirà.