Il Pd apre a un confronto con la maggioranza sulla riforma della giustizia, in particolare sulle intercettazioni. «Su qualsiasi materia va cercato il confronto», ha infatti affermato Piero Fassino, ministro degli Esteri ombra del Partito democratico, in un dialogo con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, a Radio City su RadioUno. «La giustizia è una grande emergenza del Paese. Occorre dare ai cittadini una giustizia più rapida, certa e sicura. C'è anche il tema di una regolazione corretta, equilibrata e giusta delle intercettazioni. Se si vuole affrontare questo tema, avendo come obiettivo di dare ai cittadini una giustizia più efficiente e più rapida, noi siamo pronti a discutere. Se si vuole dare un colpo ai magistrati e punire qualcuno, non è un terreno che ci interessa perché non interessa ai cittadini».
BONAIUTI: «PAROLE INCORAGGIANTI» – «Le parole di Fassino ci incoraggiano», ha replicato Bonaiuti. «Non c'è nessuna volontà di colpire la magistratura, ma di arrivare alla riforma di un sistema che presenta mostruose lentezze». Il sottosegretario ha poi aggiunto: «Ci sono nel Pd posizioni avanzate e coraggiose, come quelle di Violante. Spero che su queste posizioni si possano contemperare diverse esigenze. Si può arrivare a una soluzione, non dico concordata al 100% perché opposizione e governo devono fare il proprio mestiere, ma se c'è un insieme di cose sulle quali si trova un accordo, è meglio per tutti».
DI PIETRO SI APPELLA A NAPOLITANO – In precedenza Antonio Di Pietro aveva lanciato un nuovo appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché non firmi il disegno di legge sulle intercettazioni ora all'esame della Camera. Per nulla pentito delle critiche espresse durante la manifestazione in piazza Farnese a Roma, il leader dell'Idv torna ad ammonire il capo dello Stato: «Adesso che arriva il momento della firma della legge sulle intercettazioni, visto che in Parlamento la voteranno tutti con la mano alzata come soldatini, il presidente si chieda se questa legge sia davvero costituzionale o se umilia la funzione della giustizia costituzionalmente garantita come uguale per tutti».
BERLUSCONI – Al contrario il premier Berlusconi aveva rivendicato l'importanza della legge sulle intercettazioni: «Fino a oggi le intercettazioni sono state usate e abusate con milioni di intercettati, che poi si leggevano le loro conversazioni sui giornali, anche senza aver commesso reati, con tutte le sofferenze del caso. Ora abbiamo trovato un accordo nella maggioranza: la riforma garantirà che le intercettazioni tornino a essere un mezzo di indagine eccezionale, come previsto dalla Costituzione».
