L’incontro ‘ad eslcudendum’ tra governo-Cisl-Uil-Confindustria senza la Cgil scatena un putiferio nel sindacato e accorcia i tempi per la proclamazione dello sciopero generale da parte della confederazione diretta da Guglielmo Epifani. Il direttivo dell’organizzazione sindacale ha infatti dato mandato alla segreteria di proclamare la mobilitazione nazionale a sostegno della piattaforma ‘anti-crisi’ indicando già la data: il 12 dicembre, giornata in cui si sarebbe dovuto svolgere lo sciopero dei metalmeccanici della Fiom. Restano invece confermate le altre iniziative di lotta, a partire da quella ‘unitaria’ del 14 novembre per l’università, da cui si è tuttavia sfilata la Cisl, e quella di sabato 15 novembre dei lavoratori del commercio, settore in cui Cisl e Uil sono andati alla firma ‘separata’ sul contratto.
La proclamazione dello sciopero ha messo l’accento sulla spaccatura tra Cgil da un lato e Cisl e Uil dall’altro, aggravata dall’incontro che ieri si è tenuto a Palazzo Grazioli tra esponenti del governo, i segretari di Cisl e Uil e Confindustria. "Quello che è accaduto ieri sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti", dice aprendo in mattinata i lavori del direttivo Cgil il segretario Guglielmo Epifani, convinto che ciò apra "un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria".
Di più, sostiene l’organizzazione nel documento finale del direttivo, "questo fatto, insieme, racchiude l’esistenza di una conseguente relazione tra lo stato del confronto sulla riforma del modello contrattuale e la volontà del Governo di dividere le organizzazioni sindacali e premere in direzione di un accordo separato". Un accordo senza la Cgil che arriverebbe quindi dopo quello sugli statali e dopo quello sul commercio di questa estate, mentre proprio la Cisl e l’Ugl si sono sfilate dallo sciopero indetto per l’università a cui, per il momento, continua ad aderire invece la Uil. L’incontro ‘segreto’ a Palazzo Grazioli, che la Uil continua a negare, ha suscitato però anche l’irritazione dell’Ugl, il sindacato più vicino politicamente alla maggioranza di governo. "Pensavamo che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura.
Nel rapporto tra governo e parti sociali c’é ormai un problema di metodo che, se possibile, viene prima ancora di quello di merito", afferma il segretario, Renata Polverini, che questa mattina ha convocato d’urgenza la segreteria. Si difende invece il segretario della Uil, Luigi Angeletti: "se c’é, da molti mesi a questa parte, un piano preordinato di divisione del Sindacato, questo è quello posto in essere dalla sola Cgil", dice, definendo "sconsiderata" l’affermazione di Gianni Pagliarini, responsabile lavoro del Pdci, secondo il quale il mancato invito, ieri, della Cgil è "in linea col programma della P2". Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, tenta in un primo momento di smorzare i toni: "incontri informali ci sono e ci saranno sempre, quel che contano sono i dati politici", dice inizialmente ma poi, a fine giornata, attacca sullo sciopero: "rispetto le libere decisioni della Cgil, tuttavia le considero mosse da valutazioni più politiche che sindacali".
La polemica incalza. "In un momento di crisi economica e di difficoltà del Paese un governo responsabile dovrebbe lavorare per unire e costruire percorsi condivisi", sostiene Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, giudicando "gravissimo ciò che è avvenuto ieri sera". Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, esprime "totale e piena solidarietà alla Cgil, che il governo delle destre cerca di isolare trattando solo con i sindacati amici".
"E’ ormai fin troppo chiaro che la linea estremista e massimalista di Epifani sta mettendo la Cgil in un angolo", afferma invece Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia.
MINISTERI: ACCORDO SU CONTRATTO MA SENZA CGIL
Accordo separato sul rinnovo del contratto dei circa 190 mila lavoratori dei ministeri. A firmare la Cisl, la Uil, la Confsal, mentre hanno ribadito il loro ‘no’ la Cgil, le RdB-Cub e la Flp-Cse, che non avevano sottoscritto nei giorni scorsi neanche il protocollo-quadro a Palazzo Chigi.
L’intesa prevede un aumento medio a regime di 70 euro, che andrà ad incrementare per intero lo stipendio tabellare, e in più otto euro sul salario accessorio, che rappresenta una coda del precedente contratto. E’ previsto anche il recupero, entro giugno 2009, dei tagli che erano stati stabiliti nella manovra economica ai fondi unici di amministrazione (circa 200 milioni); confermato anche l’impegno a recuperare le risorse dei fondi stabiliti da leggi speciali, sempre per premiare la maggior produttività (circa 500 milioni), utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell’amministrazione.
Secondo il segretario della Fps-Cisl, Giovanni Faverin, il contratto "conferma l’accordo già siglato a Palazzo Chigi e ci sono il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti, il finanziamento contrattuale nel biennio di 78 euro e soprattutto il nuovo ruolo del sindacato, di negoziare risparmi di funzionamento dell’amministrazione per distribuirne una parte al salario dei dipendenti".