Un’interpretazione davvero realistica quella offerta dal soprano portoricana Ana María Martínez al festival di Glyndeburne in Inghilterra: un capitombolo magistrale dal palcoscenico direttamente nel buca degli orchestrali.
Nell’opera del compositore Antonin Dvorak “Rusalka”, durante il primo atto, l’omonima eroina fugge correndo le ardite avances di un focoso pretendente. Martínez/Rusalka si prepara allo scatto melodrammatico ma i cavi della scenografia le si attorcigliano sui piedi: risultato un volo d’angelo in mezzo a una foresta di violini, il cui dolce suono avrà forse attutito il sordo tonfo.
La rappresentazione dell’opera viene interrotta per soccorrere la disgraziata cantante che però aveva generosamente provato a continuare.
Qualche escoriazione qua e là non lascia dubbi sulla autenticità dello sforzo interpretativo.
