È quanto emerge dal primo rapporto del ministero dell’Interno sull’immigrazione, curato da Marzio Barbagli e presentato questa mattina al Viminale dal ministro uscente, Giuliano Amato, e dal sottosegretario Marcella Lucidi. Dal rapporto risulta una forte differenziazione territoriale. Al 1 gennaio 2007, infatti, gli stranieri con un regolare permesso di soggiorno sono 2.414.972, pari al 5% della popolazione residente in Italia. Ma se al Sud la quota scendeva all’1,6% nelle regioni del Centro Nord saliva al 6,8%.
Dunque, rileva il Rapporto, se l’Italia ha oggi un numero di stranieri ancora di gran lunga inferiore a quello del resto d’Europa, il dato del Centro-Nord si colloca vicino, o anche superiore, a quelli di Francia, Svezia, Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi. «La crescita solo modesta della presenza straniera al Sud e quella assai più forte al Nord – sottolinea lo studio – potrebbero rendere, in assenza di fattori che ne cambino la direzione, questa forbice ancora più ampia, avvicinando rapidamente le zone centro-settentrionali ai Paesi di più antica immigrazione». Parlano poi sempre più straniero le cicogne del nostro Paese. Nel 2006, infatti, i bambini nati in Italia da genitori stranieri sono stati 57.765 (+11% rispetto all’anno precedente), pari a circa il 10% del totale dei nati in Italia. Il numero dei nati per mille stranieri residenti in Italia è praticamente raddoppiato nel corso di poco più di 10 anni: da 11,6 nati per mille stranieri nel 1993 si è passati a 22 nel 2006.
In totale sono presenti circa 398 mila cittadini stranieri residenti nati in Italia; questi rappresentano la seconda generazione di immigrati, che è pari al 13,5% del totale della popolazione straniera residente. Dato che il fenomeno migratorio è relativamente recente, nota il Rapporto, è probabile si tratti, per la quasi totalità, di cittadini minorenni. Il Rapporto dedica quindi un capitolo ai matrimoni misti che, nel 2004 sono stati 17.835 e costituiscono il 9% del totale delle unioni registrate in quest’anno, fino a punte del 12% nelle aree centro-settentrionali del Paese. Nel 76% dei casi si tratta di uomini italiani che scelgono una moglie straniera.
Aumenta la diffidenza degli italiani verso gli immigrati; quelli islamici sono ritenuti problematici; quasi uno su tre è contrario alla costruzione di moschee sul suolo nazionale; il contenimento/regolazione dell’immigrazione si configura come uno dei dieci principali problemi del Paese. Sono i risultati della seconda ricerca dell’Osservatorio sociale sulle immigrazioni realizzata da Makno & consulting. L’indagine – presentata al Viminale dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato – ha coinvolto 1.000 cittadini italiani e 1.000 immigrati. Nel corso dell’ultimo anno, secondo il sondaggio, è stabile la popolazione che prova sentimenti di apertura/disponibilità nei confronti degli immigrati (42%), mentre sono raddoppiati i cittadini che manifestano sentimenti di diffidenza (dal 5,9% della precedente rilevazione all’11,3% dell’ultima) ed indifferenza (dal 10,7% al 17,1%). È l’immigrazione dai Paesi islamici ad apparire più problematica alla maggior parte degli italiani (55%). I problemi specifici sono costituiti dalla insofferenza degli islamici nei confronti della religione cattolica (28%), dal loro atteggiamento critico nei confronti della cultura e delle tradizioni italiane (25%) e dal pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste (17%).