Pena ridotta in appello a cinque anni per il pirata della strada che nel maggio del 2008 uccise la coppia di fidanzati Flaminia Giordani e Alessio Giuliani di 23 e 22 anni che stavano viaggiando su uno scooter tra Via Nomentana e Viale Regina Margherita a Roma.
In primo grado Stefano Lucidi si era preso 10 anni; l’accusa era di omicidio volontario, la condanna ora parla di omicidio colposo.
Se per il difensore di Lucidi, Franco Coppi, la sentenza è «corretta, una sentenza che noi auspicavamo. Il reato di omicidio colposo è quello che a nostro giudizio si configurava nella vicenda», per l’accusa, l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi è stato invece fatto «un passo indietro rispetto al primo grado». «Credo – ha detto il penalista – che abbia prevalso una visione ideologica del diritto perché si è partiti dal principio che non può esservi volontarietà nelle morti causate in incidenti stradali. Noi rimaniamo dell’idea che il fatto debba essere qualificato come omicidio volontario e perciò ricorreremo in Cassazione».
Per l’accusa, Lucidi doveva essere processato per omicidio volontario perché la sera dell’incidente era passato col rosso ben due volte con l’auto dove a bordo c’era anche la sua fidanzata, Valentina Giordano, figlia del noto giocatore della Lazio Bruno. Nonostante l’investimento, Lucidi proseguì la corsa e riuscì anche a chiudere la macchina in una rimessa: fu però rintracciato e nel corso dell’indagine istruttoria ad accusarlo di essere passato con il rosso fu la stessa Giordano: sembra che la notte dell’incidente, i due stessero litigando.