Sono state quattro le persone che lo scorso fine settimana hanno perso la vita sull’arco alpino e centinaia sono state quelle che sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari, a quanto si apprende dall’Agi. Ad invogliare le escursioni in montagna e le scalate sicuramente le bellissime giornate di sole e la maggiore durata delle ore di luce.
Domenica pomeriggio un alpinista trentino, Ugo Tisi di 53 anni originario di Giustino in val Rendeva, è morto a seguito del violento impatto contro le rocce dopo essere precipitato per circa 500 metri mentre stava percorrendo lo ‘scivolo’ della Vedetta Nord quando ormai stava raggiungendo la vetta di Cima Brenta.
L’uomo era da solo e l’allarme è stato lanciato da due escursionisti che hanno udito le sue urla. Il secondo incidente mortale sulle Dolomiti si è verificato sulla estremamente difficile via ferrata delle ‘Trincee’ nel comune di Livinallongo (sopra il lago Fedaia) nel Bellunese dove un’ escursionista britannica di 65 anni è scivolata per circa 200 metri.
Sulle montagne vicine a casa, nella zona di Cittiglio (Varese), è morto precipitando in un burrone del Monte ‘Picuzz’, Alessandro Garbin di 32 anni. In Friuli, nella zona del gruppo di Peralba nei pressi del rifugio Calvi, un friulano di 35 anni è precipitato mentre scalando la parete della Torre dei Fiori.
Un bolzanino (L.O. le sue iniziali) che vive a Milano è precipitato per circa 40 metri mentre stava scalando la parete sud della Marmolada. Due i soccorsi anche nella zona dei Piani d’Erna in provincia di Lecco. Il primo riguarda un uomo di 57 anni, F.G. di Torre de’ Busi, che nella caduta ha riportato un trauma cranico ed una contusione alla spalla destra, il secondo un alpinista che è stato tratto in salvo dall’elicottero mentre non riusciva più a procedere sulla ferrata ‘Gamma 2’.
‘Solo’ una frattura ad una gamba per un escursionista altoatesino (K.R. di 33 anni di Varna) caduto per una cinquantina di metri mentre stava risalendo il sentiero 17 in Val Gardena. Rispetto al passato, gli incidenti in montagna sono aumentati. Tra le cause sicuramente quella dell’inesperienza.
Troppi sono gli escursionisti, e a volte anche i semplici turisti, che intraprendono una via ferrata (al giorno d’oggi molto frequentate) od una scalata senza la dovuta attrezzatura.