I 16 imputati furono arrestati insieme a diversi altri con l’accusa di omicidio, possesso di armi ed altri reati. In particolare erano stati accusati di aver appiccato il fuoco ad una caserma e aver ucciso un agente di polizia.
Le violenze a Orissa scoppiarono nell’agosto del 2008, quando un gruppo di fondamentalisti hindù accusarono i cristiani di aver ucciso il loro leader spirituale, Swami Laxamanda, omicidio poi rivendicato dai maoisti. Gli induisti bruciarono comunque chiese e case cristiane, stuprarono una suora di 28 anni, picchiarono preti, uccisero circa cento fedeli (40 secondo il governo indiano).
Da quei giorni di incubo per ora è emersa solo una condanna: quattro anni di carcere duro per cinque persone accusate dei roghi di alcune case.