RIVENDICAZIONE – Gli attacchi sono stati rivendicati dai Mujaheddin del Deccan, un gruppo estremista finora sconosciuto, ma secondo il premier indiano Manmohan Singh avrebbe «basi all’estero». Secondo un’indagine preliminare delle autorità indiane, i terroristi potrebbero essere di nazionalità pachistana. «Abbiamo indizi che i responsabili sarebbero arrivati a Mumbai in barca e che siano cittadini pachistani» dice una fonte al Times of India. Nel 2008 è comparso nella mappa del terrorismo indiano il gruppo Mujaheddin indiani, che ha rivendicato due serie di attentati, i primi il 13 maggio nel mercato di Jaipur, con un bilancio di 63 morti e 216 feriti, e gli altri il 30 ottobre nello stato dell’Assam, con 76 morti.
BLITZ TAJ – In mattinata è scattato il blitz dei commandos dell’esercito e dei corpi antiterrorismo indiani: la polizia è riuscita a riprendere il controllo dell’hotel Taj Mahal e tutti gli ostaggi presenti nella struttura sono stati liberati (anche se nell’albergo, di nuovo in fiamme, si sono sentiti diversi colpi d’arma da fuoco).
BLITZ OBEROI – Nel primo pomeriggio è scattato invece il secondo blitz all’Oberoi Tridenti, dove venivano tenute in ostaggio circa 200 persone (fra cui sette italiani). In prossimità della struttura sono stati sentiti nuovi spari: i colpi d’arma da fuoco provenivano dall’ala nord ovest dell’hotel, dove negli ultimi piani è scoppiato un incendio. Una trentina di ostaggi sono stati rilasciati, tra cui due turchi. Tra gli ostaggi ci sono 15 membri di un equipaggio dell’Air France.
GLI OSTAGGI ITALIANI – Gli italiani bloccati all’Oberoi sono sette. Tra questi ci sarebbero anche una donna con la figlia di sei mesi (il marito lavora come chef nella struttura), e i coniugi Patrizio Amore, 64 anni, e Carmela Zappalà, 50, genitori di un ispettore di polizia. «Dovevano trascorrere a Mumbai l’ultima parte del loro viaggio in India, cominciato dieci giorni fa. Li ho sentiti al telefono e mi hanno rassicurato sul loro stato di salute», ha detto il poliziotto. Mamma e figlia, invece, secondo alcune voci sarebbero state liberate, ma non c’è conferma ufficiale. «Quaranta italiani – ha detto Frattini – sono rifugiati nel consolato italiano di Mumbai. Siamo di fronte – ha aggiunto il titolare della Farnesina – a un strategia meticolosa che non può che appartenere ad Al Qaeda». Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto sapere di seguire con preoccupazione, attenzione costante e apprensione per la sorte degli italiani coinvolti.
SPARATORIE E ESPLOSIONI – I siti colpiti dagli attacchi terroristici simultanei nella città indiana sono almeno dieci.Esplosioni ci sono state all’hotel Taj Mahal, all’hotel Oberoi e alla Nariman House, dove un rabbino, Gavriel Holtzberg, è tenuto in ostaggio.
PRESI DI MIRA DUE ALBERGHI DI LUSSO – Gli attentati hanno preso di mira gli alberghi di lusso e i locali frequentati dai turisti. La tv ha mostrato le immagini delle fiamme che hanno invaso la hall dell’hotel più famoso della città, il Taj Mahal. Vi sono state anche sparatorie vicino ad alcuni edifici dell’area di Colaba-Nariman Point, dove si trovano gli alberghi e altri luoghi frequentati dai turisti, tra cui molti italiani, come il pub Leopold’s. Esplosioni e spari sono stati avvertiti anche a Mazgaon, la stazione di scambio della metropolitana e nell’area di Crawford market.
IL TESTIMONE – Un testimone britannico ha riferito mercoledì sera che i terroristi cercavano chiunque avesse un passaporto britannico o statunitense. Il cittadino inglese che si trovava all’hotel Oberoi quando hanno fatto irruzione uomini armati, ha riferito alla televisione Sky News che un italiano è stato lasciato andare dopo che i terroristi erano venuti a conoscenza della sua nazionalità.