COPRIFUOCO – Intanto, dopo l’assassinio dei due missionari, morti bruciati lunedì negli incendi appiccati contro le istituzioni religiose locali, è stato imposto un coprifuoco a tempo indeterminato nel distretto di Kandhamal e in altre zone nello stato indiano dell’Orissa mentre centinaia di poliziotti sono stati impiegati in tre città, per cercare di sedare le violente proteste scoppiate nell’ultima settimana, in seguito all’assassinio di un leader collegato al partito nazionalista Bharatiya Janata Party (Bjp).
RILASCIATI DUE RELIGIOSI – Stanno invece bene i due religiosi rapiti lunedì a Duburi in Orissa. I due missionari, un verbita e un gesuita, sono al sicuro nella loro comunità. Secondo quanto riferisce l’agenzia missionaria Misna, Padre Simon Laksa, direttore dell’ostello, e padre Xavier Tirkey «erano stati portati via nella foresta da un gruppo di estremisti che li ha denudati e picchiati, ma poi i due religiosi sono riusciti a scappare». Altri due religiosi, Padre Thomas Chellan e suor Meena Barwa, sono invece sotto custodia della polizia per motivi di sicurezza. Lo ha riferito il Superiore dei missionari verbiti padre Joseph Topno, spiegando che durante gli episodi di violenza di lunedì il sacerdote e la sua collaboratrice sono stati aggrediti e pesantemente picchiati. Intanto sono tornati a Padampur i 19 bambini ospitati nell’orfanotrofio incendiato lunedì dai fondamentalisti, dove è morta una missionaria laica.
VATICANO: «SOLIDARIETÀ ALLE CHIESE LOCALI» – In una nota della Sala Stampa della Santa Sede, il Vaticano ha espresso «solidarietà alle chiese locali e alle congregazioni religiose coinvolte» nelle violenze in Orissa. La Santa Sede – continua il comunicato – «riprova queste azioni che ledono la dignità e la libertà delle persone, e compromettono la pacifica convivenza civile». La Chiesa lancia un appello a tutti «affinchè, con senso di responsabilità, si ponga fine ad ogni sopraffazione e si ricostituisca un clima di dialogo e rispetto vicendevole».