Nella lista dei passeggeri morti ci sono anche tre francesi, un cittadino bulgaro e probabilmente anche una famiglia tedesca, formata da padre, madre e due bambini.
LE INDAGINI – Il giorno dopo la tragedia, oltre alla rabbia e al dolore si aggiungono i tanti interrogativi sulle cause dell’incidente dell’MD-82 della Spanair. Il governo spagnolo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. C’è attesa per i risultati delle scatole nere recuperate tra le macerie del velivolo. Gli investigatori dovranno cercare di capire perché il pilota è tornato indietro dopo il primo tentativo di decollo, e se davvero erano stati risolti tutti i problemi tecnici. Alcuni fonti della compagnia aerea hanno riferito mercoledì notte che il pilota aveva informato di un’avaria segnalata dal termometro esterno.
DIFFICILE L’IDENTIFICAZIONE – Dieci dei 19 sopravvissuti, ricoverati in ospedale, sono gravi, quattro in condizioni disperate. Tre bambini sono rimasti feriti. È ancora in corso l’identificazione di una donna. Intano nel padiglione 6 della Fiera di Madrid proseguono le analisi del Dna per identificare le vittime. Una procedura resa difficile dai molti corpi completamente carbonizzati. «Fino ad ora sono stati identificati grazie alle loro impronte digitali e, in alcuni casi, bisognerà condurre dei test del Dna» ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture spagnolo, Magdalena Alvarez. I familiari delle vittime stanno ricevendo il sostegno di 70 psicologi.
Il primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero, rientrato a Madrid dalle vacanze ha tenuto una conferenza stampa all’aeroporto di Madrid dicendo che il suo governo è "sconvolto". "Voglio trasmettere il mio dolore, il mio cordoglio e la mia solidarietà alle vittime di questo terribile incidente", ha detto, aggiungendo che la commissione d’inchiesta deve iniziare subito il suo lavoro per determinarne le cause.
L’aereo MD82 della Spanair, volo JK5022, aveva imbarcato tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio, ed era pronto al decollo quando il capitano annuncia un ritardo per un problema tecnico non meglio specificato. Un’ora sulla partenza prevista, che slitta così alle 14.30 circa. Qualche passeggero riaccende il telefono cellulare per chiamare amici e parenti, " C’é un ritardo, forse ci cambiano il volo" – racconteranno poi le famiglie. Ma il velivolo, 15 anni in servizio, non viene sostituito: decolla come annunciato e qualcosa va subito storto: il motore di sinistra s’incendia, il capitano tenta l’atterraggio d’emergenza, l’aereo tocca terra, ma va fuori pista, il fuoco si espande e l’aereo si spezza in due. Il primo allarme delle autorità aeroportuali parla di "aereo in fiamme finito fuori pista al Terminal 4", ma nessuno può prevedere ancora le dimensioni della catastrofe, nemmeno guardando a quella colonna di fumo che diventa sempre più alta e densa. Ed è il fuoco che provoca il disastro: intrappolati nell’aereo, i passeggeri e i membri dell’equipaggio non hanno scampo, e i soccorsi non possono fare nulla finché il mezzo è incandescente, bisogna aspettare che la temperatura scenda, spiegheranno poi i soccorritori. Quando possono intervenire, non c’é più molto da salvare: solo 27 o 28 i superstiti (alcuni moriranno subito dopo). "Ormai non rimane più niente che possa somigliare a un aereo. E’ un orrore, è tutto bruciato", raccontano due agenti della Guardia Civil. "E’ la cosa più simile all’inferno che io abbia mai visto. I cadaveri ribollivano, e noi ci siamo bruciati cercando di raccoglierli", racconta un altro soccorritore.
Sebbene ancora non vi siano versioni ufficiali sulle cause dell’incidente, molti puntano il dito contro la compagnia low-cost Spanair (una sussidiaria della Scandinavian airlines System, o Sas) che negli ultimi tempi aveva iniziato ad accusare i colpi del caro-gasolio, ed aveva annunciato una riduzione di personale di più di 1000 unità e un taglio a molte delle rotte. E’ dallo scorso anno che la Sas sta cercando senza successo di vendere la Spanair, che nel primo semestre del 2008 ha perso 81 milioni di dollari. E poche ore prima del disastro, i piloti avevano minacciato di scioperare.