«È probabile che si diffonda anche da noi una vera e propria epidemia. È possibile che scoppi nei prossimi 20 giorni, un mese al massimo. E non c’è nulla da fare per limitarla. Non siamo in una fase di contenimento, siamo nella fase pandemica, non possiamo far altro che curare gli ammalati e farli guarire il prima possibile». Sono le parole del viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, cha ha rilasciato un’intervista al Giornale riguardo all’influenza H1N1.
Fazio rassicura che «la situazione non viene sottovalutata», ma «non creiamo neanche allarmismi ingiustificati», aggiunge. «L’Italia può contare su 4 milioni di scorte di farmaci antivirali, e semmai ne avesse bisogno, per l’acquisto di altri 6 milioni di dosi. Ma il virus mostra sintomi meno preoccupanti della classica influenza stagionale».
Al momento i contagi «sono fermi a 258» e non ci sono «casi autoctoni», continua, ma «in assenza delle politiche di contenimento del virus che il nostro Paese – osserva Fazio – ha già attivato, i contagi a fine marzo potrebbero salire a 13 milioni». L’Italia ha già stipulato un contratto per la produzione dei vaccini, sottolinea, «il costo per lo Stato si aggira intorno ad alcune centinaia di milioni di euro». Ed entro fine anno, annuncia il viceministro, «saranno vaccinati 8,6 milioni di italiani, cioè il 14 per cento della popolazione».
Le categorie più a rischio? «I sanitari, cioè medici, infermieri, operatori dei servizi essenziali, polizia, carabinieri, vigili del fuoco. Poi saranno vaccinati gli adulti che non superano i 65 anni affetti da cardiopatie o malattie croniche, come l’obesità, il diabete o l’asma. Gli over 65, invece sembra siano immunizzati dal nuovo virus. Secondo le nostre proiezioni, si potrebbero ammalare circa 4 milioni di persone. Entro febbraio prossimo però, non è escluso una vaccinazione estesa alla popolazione tra i 2 e i 20 anni. Se le cose procedono secondo le previsioni – conclude Fazio -, prima dell’estate prossima l’epidemia e’ chiusa».